Foto: Twitter
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Dopo l'aggressione contro la direttrice dell'Istituto 8 marzo, Nika Kovač, i partiti al governo hanno chiesto una retorica più rispettosa e sanzioni per l'incitamento all'odio. Il ministro della Giustizia, Dominika Švarc Pipan, ha annunciato che la questione sarà regolamentata. Secondo il ministro, ogni atto di violenza è intollerabile e riprovevole.
A condannare ogni attacco, fisico o verbale, contro qualsiasi persona, anche la presidente della Camera di Stato e vicepresidente del Movimento Libertà, Urška Klakočar Zupančič. L'incitamento all'odio, secondo le sue parole, rappresenta un problema importante nel Paese.
L'ex premier e leader SDS, Janez Janša, ha scritto in un tweet che un crimine è un crimine e la violenza è violenza, indipendentemente da chi sia l'autore e lo stesso vale per le minacce di morte. Janša ha però pubblicato anche alcune immagini di "centinaia di casi" simili, riguardo i quali l'Istituto 8 marzo e i media hanno preferito tacere "o in cui sono stati addirittura coinvolti".
La stessa Nika Kovač ritiene che l'aggressione subita sia frutto di una diffusione sistematica di rabbia e manipolazioni, che "qualcuno sta volontariamente seminando nella nostra società". Anche per questo motivo ha annunciato che l'Istituto 8 marzo parteciperà attivamente alla campagna per il referendum su RTV Slovenia. Kovač ha sottolineato che è necessario capire come questo genere di attacchi non rappresentano la maggior parte dei cittadini sloveni. Dopo l'aggressione ha infatti ricevuto molto sostegno da parte di persone di diverse età ed affinità politiche.
Intanto l'indagine sull'aggressione contro Nika Kovač è ancora in corso, secondo quanto afferma la polizia. "Per la polizia tutti i crimini violenti sono inammissibili ed riprovevoli, quindi anche questa volta faremo di tutto per trovare l'autore", ha detto il vicecapo della Stazione di polizia di Lubiana-Centro.


E. P.