La Slovenia non cambia posizione in merito al rispetto e all'implementazione della sentenza della Corte internazionale di arbitrato sulla delimitazione dei confini con la Croazia. Lo ha ribadito il ministro degli esteri, Tanja Fajon. La questione dell'arbitrato non viene in alcun modo relativizzata o tolta dall'ordine del giorno della politica. La Slovenia riconosce il verdetto, la Croazia ha le sue posizioni; Fajon dice di credere che attraverso lo spirito di collaborazione verrà trovata una soluzione anche alle questioni più difficili. Ha aggiunto che si tratta di sfide che vanno risolte gradualmente, anche edificando buoni rapporti con la Croazia. Ha citato come esempi positivi l'accesso degli abitanti sul versante croato dell'Istria settentrionale ai servizi sanitari dell'ospedale di Isola, il sostegno di Lubiana all'ingresso della Croazia nell'area Schengen e la collaborazione nell'affrontare congiuntamente il problema delle migrazioni clandestine. Le precisazioni della capo diplomazia giungono dopo che la scorsa settimana, in occasione della visita a Zagabria, incontrando i media assieme all'omologo croato Andrej Plenković, il premier sloveno Robert Golob aveva detto che si sarebbe lasciato tempo alla questione dell'arbitrato, cui la Slovenia rimane però fermamente vincolata. "Una sentenza che va implementata e attuata senza però pressioni in merito alla tempistica", aveva ancora detto, evidenziando l'importanza di togliere dalla politica quotidiana un tema che, così Golob, aveva avvelenato i rapporti tra i due paesi. Dichiarazione successivamente criticata dall'ex presidente della repubblica ed ex premier, Borut Pahor, per il quale la questione dell'arbitrato non ha sicuramente avvelenato le relazioni tra Lubiana e Zagabria, al contrario ha permesso di svilupparle in modo molto positivo.
Delio Dessardo