La squadra è assolutamente unita e forte, non c’è stato alcun sfaldamento. Parole del premier dimissionario Marjan Šarec, in riferimento alla situazione nel suo partito, a margine di un convegno a Brdo, dopo la decisione di aprire la crisi di governo. Ha però ammesso che per garantire un lavoro adeguato e fruttuoso avrebbe dovuto provvedere ad un ampio rimpasto, il che, nelle condizioni attuali, sarebbe stato troppo rischioso e difficile. Ha poi aggiunto di essere in pace con sé stesso, dopo la decisione di dimettersi. Mondo politico intanto ancora diviso tra due opzioni: elezioni anticipate o nuova coalizione. La strada maestra da percorrere è quella di andare alle urne; ne è convinto il capogruppo dei socialdemocratici alla Camera di Stato, Matjaž Han; in questo modo la Slovenia avrebbe un governo pienamente operativo, non un esecutivo chiamato a traghettare il paese fino alla scadenza naturale della legislatura. Han ha in pratica confermato quanto già detto dal leader dell'SD e presidente del Parlamento, Dejan Židan. Han ha detto di essere rimasto sorpreso per le dimissioni di Šarec; "fino a qualche settimana fa ero convinto che il governo sarebbe durato", ha spiegato; secondo Han le dimissioni del premier sono la diretta conseguenza di quelle del Ministro delle Finanze, Andrej Bertoncelj.
Intanto, sarebbero già in corso contatti, per sondare la possibilità di formare una nuova coalizione. Lo dice Igor Zorčič, capogruppo del partito del centro moderno, che fa parte dell'attuale esecutivo. Non si tratta comunque di consultazioni a livello di partito, bensì esplorative tra singoli esponenti politici. Qualora il tentativo si dimostrasse fattibile, cosi Zorčič, si potrebbe dar vita ad un esecutivo incaricato di far passare i progetti più importanti per il paese, piuttosto che andare ad elezioni anticipate.
Delio Dessardo