Foto: MMC RTV SLO/Foto: EPA
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Il documento rileva che in Slovenia ci sono ancora casi di agenzie per il lavoro interinale che continuano a sfruttare i lavoratori soggetti a questa forma di impiego, e di organizzazioni criminali che sfruttano donne e bambini a sfondo sessuale. Sollecitato un maggiore impegno delle istituzioni e delle autorità competenti nel fronteggiare questi fenomeni. Lo sfruttamento riguarda in particolare cittadini provenienti da altri paesi, anche migranti, dai Balcani occidentali all'Europa orientale, inclusa l'Ucraina, per lo sfruttamento sessuale anche da America Latina e Asia sudorientale. Dal primo gruppo, comprendente i paesi che rispettano pienamente gli standard minimi, la Slovenia è scivolata nel secondo, cioè tra quelli che si impegnano ma non riescono a soddisfare tali requisiti. Le statistiche del Dipartimento di Stato comprendono ancora due classi inferiori. Una include gli stati che, pur impegnandosi, registrano un aumento del numero delle vittime di sfruttamento, la più bassa riguarda invece quelli dove le autorità competenti non si preoccupano di perseguire i reati. Il rapporto sulla Slovenia evidenzia che per il terzo anno consecutivo sono stati perseguiti meno trafficanti di esseri umani e non state emesse condanne nei loro confronti. Il rapporto rileva inoltre che le verifiche effettuate dagli organismi competenti in materia di rispetto della legge sul lavoro hanno riscontrato esclusivamente violazioni amministrative, senza identificare vittime tra i richiedenti asilo. Il Dipartimento di Stato raccomanda tra l'altro alla Slovenia di perseguire con decisione quanti sono responsabili di crimini sessuali, con severe sanzioni, una legislazione in linea con il diritto internazionale, la formazione di funzionari competenti, una migliore cooperazione con le ONG, l'istituzione di unità speciali della polizia e la nomina di un relatore nazionale indipendente. Il rapporto del Dipartimento di Stato copre 188 paesi.

Delio Dessardo