A sottoscrivere la dichiarazione comune sono stati i rappresentanti della comunità islamica, della chiesa cattolica, della chiesa evangelica luterana, della chiesa pentecostale, della comunità ebraica e i rappresentati della chiesa ortodossa di Macedonia e Serbia. L'aiuto al suicidio non può entrare nella Costituzione, il disegno di legge sul fine vita va immediatamente ritirato dalla procedura parlamentare, hanno ribadito, rilevando che ogni essere umano malato terminale deve ricevere le migliori e più complete cure palliative, terapeutiche, emotive, sociali, religiose e supporto spirituale.
Nonostante i progressi della medicina, resta il fatto che gli esseri umani sono soggetti all'invecchiamento, alla malattia e alla sofferenza, e inevitabilmente alla morte, si legge nel comunicato congiunto. E' necessario rendersi conto che tutto questo fa parte del ciclo della vita di una persona, scrivono i rappresentanti delle confessioni religiose in Slovenia. Nella nota si rileva inoltre che ogni atto con il quale poniamo fine intenzionalmente alla nostra vita o alle vite degli altri, significa l'esatto contrario di ciò che dovremmo fare come società, sforzarsi di rispettare e prendersi cura di ogni vita umana. Dal punto di vista etico o religioso tale atto è inammissibile, introdurre la possibilità del suicidio assistito significa rinunciare volutamente a curare le persone più vulnerabili e fragili.
Il rappresentante della conferenza episcopale slovena Andrej Saje ha definito storica la decisione di tutte le comunità religiose di unirsi per tutelare la vita umana. (ld)