Dopo la dichiarazione di intenti dei tre ministri dell'Interno di Italia, Slovenia e Croazia durante l'incontro triestino del 2 novembre, sembra farsi sempre più strada l'ipotesi della creazione di pattuglie miste per portare avanti la politica, condivisa a livello europeo, di contrasto dell'immigrazione clandestina.
Ieri, infatti, il direttore generale della polizia slovena Senad Jušić ha avuto un colloquio in video-conferenza con il capo della polizia e direttore generale della pubblica sicurezza in Italia, Vittorio Pisani, nonchè con il direttore della polizia croata Nikola Milina. Dalla consultazione, mirata soprattutto a coordinare gli sforzi contro le migrazioni illegali, è emersa la proposta comune di formare delle pattuglie miste trilaterali. Per i dirigenti delle forze dell'ordine sarebbe necessario allargare le consultazioni agli organi di polizia dell'intera regione balcanica occidentale per un migliore scambio di informazioni. Una proposta sulla quale si dovranno confrontare i tre Stati, che già nel vertice triestino avevano dimostrato di avere idee diverse sulle modalità da adottare per mettere in piedi questo tipo di collaborazione.
Nel frattempo resta in vigore la sospensione della convenzione di Schengen, al confine tra Italia e Slovenia e a quello tra Slovenia e Croazia con la proroga dei controlli per altri 20 giorni. Dalla loro introduzione già negli scorsi giorni la polizia slovena ha reso noto che sono stati respinti all'ingresso 291 cittadini di paesi terzi, mentre i reati legati al passaggio illegale del confine sono stati 54 e 438 gli illeciti.
A partire dall'inizio dell'anno secondo i dati forniti sempre dalla polizia gli attraversamenti illegali sembrano raddoppiati rispetto al 2022. Questi sono, infatti, stati 50.622, il 16% dei quali nel capodistriano. I cittadini afghani continuano ad essere la maggioranza, seguiti da marocchini e pakistani.
Barbara Costamagna