Durante l'ultima tornata negoziale, ad inizio aprile, il governo aveva illustrato ai sindacati la bozza di legge sulla quale dovrebbe poggiare il nuovo sistema salariale. Nell'occasione era stato concordato che il documento sarebbe stato armonizzato da un gruppo di lavoro, composto da rappresentanti di entrambe le parti. Ogni due settimane inoltre negoziati tra governo e sindacati rappresentativi per verificare l'andamento del processo di armonizzazione e cercare soluzioni su questioni ancora aperte. La ministra per la pubblica amministrazione, Sanja Ajanovič Hovnik aveva annunciato a suo tempo che il governo avrebbe esaminato in tempi brevi anche le basi di partenza per eliminare le disparità salariali, coinvolgendo nel confronto i singoli dicasteri interessati. Come spiegato alla STA dai capi dei gruppi negoziali per i sindacati, Jakob Počivavšek e Branimir Štrukelj, a parte i comparti sanitario e tutela sociale, dove le parti si sono confrontate nei giorni scorsi, senza risultati tangibili, per discutere di schema salariale e capitolo tariffario, con gli altri sindacati del pubblico impiego i negoziati non sono ancora iniziati e si è sempre in attesa della proposta del governo per eliminare le disparità salariali. Proposta che dovrebbe arrivare questo lunedì e riguardare inizialmente i salari di base. Sia Štrukelj che Počivavšek ritengono che il gruppo di lavoro chiamato ad armonizzare la proposta di legge sul sistema salariale stia operando bene e in maniera costruttiva; su alcune questioni chiave però le posizioni di sindacati e governo sono molto distanti, soprattutto per quanto riguarda la scala retributiva. La preoccupazione dei sindacati è che vengano in qualche modo legalizzati gli attuali divari retributivi, considerati inaccettabili. In ogni caso, le sigle sindacali si mostrano scettiche in merito alla possibilità che le trattative per la nuova legge sul sistema salariale si possano concludere con un accordo entro la fine di giugno, come inizialmente pianificato.
Delio Dessardo