Fino a pochi giorni fa, all'interno dell'Unione Europea non sempre le spedizioni di le mascherine arrivavano a destinazione. Il problema sembrerebbe risolto tuttavia i produttori non esportano. Per cui rimangono due strade.
La prima è di importare dal resto del mondo, in sostanza dalla Cina. Ci sta provando anche Luca Di Mucci: arrivato in Slovenia per produrre plastica biologica, attraverso l'omonima azienda, attraverso l'attivazione di una serie di contatti in vari paesi, sta arrivando ad aprire un negozio online, con un'offerta più ampia rispetto alle sole mascherine. In realtà, in tanti si stanno approvigionando dallo stesso mercato, per cui gli stock potrebbero esaurirsi andando ad allungare i tempi di consegna.
L'alternativa è fabbricarle all'interno dell'Unione, nello specifico in Slovenia, dato che manca un'industria di mascherine. I macchinari per la produzione industriale costano circa 150.000 Euro ma sembrano ammortizzabili: sembra difficile però reperire la strumentazione in tempi brevi. Per cui non rimane altro che la produzione artigianale: a questa conclusione è giunto anche Matteo Festorazzi, che in Slovenia produce bandiere. Tra l'altro, sebbene gli ordini siano in calo, arrivano tante richieste per il tricolore italiano.
"L'idea - spiega l'imprenditore lombardo - mi è venuta ascoltando le notizie che circolavano in Slovenia, che evidenziavano la carenza di mascherine e della possibilità che, presto o tardi, gli operatori sanitari avrebbero dovuto affrontare i malati senza protezioni: è una prospettiva brutta per il Paese. Mi rendo conto che la situazione era, da quello che ho capito, dovuta al fatto che gli altri Stati che avevano mascherine, visto il momento di difficoltà, non avrebbero rifornito la Slovenia. Quindi, non essendoci una produzione locale industrializzata, ho pensato di fare qualcosa. Inizialmente ho pensato alla produzione automatizzata, ma oggi non si trovano i macchinari, per cui ho ripiegato su una produzione artigianale, convertendo parte della nostra azienda. Ci siamo approvigionati di un tessuto di poliestere, che ha un trattamento antibatterico e imprmeabile: è traspirante all'aria ed è in grado di trattenere la saliva. Dato che non si trovano facilmente altri tipi di tessuti filtranti in questo momento, abbiamo iniziato con questo tipo di materiale che aiuta chi la indossa a non diffondere il virus, a non contagiare gli altri, visto che sono tanti gli asintomatici".
"Ho ricevuto diverse segnalazioni di interesse da varie parti, abbiamo iniziato ora con la produzione per cui non abbiamo quantitativi rilevanti, ma sono combattuto dal punto di vista etico: non vorrei assolutamente trovarmi nella situazione di servire il migliore offerente. Non è assolutamente questo che mi spinge, ma vorrei identificare quali sono gli utilizzatori che hanno effettivamente più bisogno degli altri e servirli, indipendentemente dal prezzo: il guadagno è al momento l'ultima cosa che ho in mente" conclude Festorazzi.
Antonio Saccone