Foto: BoBo
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Manca poco più di un mese al referendum consultivo sul nucleare ma nessuno lo vuole più. Tuttavia per annullarlo è necessario adottare un decreto apposito che sostituisca quello che aveva stabilito la data del passaggio alle urne per il 24 novembre. La maggioranza, e in particolare Movimento Libertà, aveva forzato la mano nelle commissioni parlamentari competenti per far passare una domanda abbastnza generica da rivolgere ai cittadini, approvata poi con i due terzi dei voti dalla Camera di Stato. Quello che sembrava un blocco compatto, raccolto intorno a un progetto definito da ogni parte strategico per il paese, si è sfarinato di fronte ad alcune rivelazioni dei media e all'incalzante pressione della società civile.
Sin dall'inizio Sinistra (Levica) è stata l'unica dei 5 partiti parlamentari a dire no al referendum, chiedendo trasparenza nel processo decisionale e chiarezza di obiettivi. Con il crescere sdell'onda mediatica contraria al quesito referendario, anche gli altri partiti hanno battuto la ritirata, da ultimo Movimento Libertà, portabandiera del progetto. Nella richiesta congiunta di annullamento si parla di ragionevoli dubbi sulla capacità degli elettori di prendere una decisione informata, autonoma e responsabile su un argomento così importante e di lunga durata. Il decreto di annullamento deve però essere adottato al più tardi entro giovedì, il giorno prima dell'inizio formale della campagna elettorale, motivo per cui sempre per giovedì è stata convocata una seduta straordinaria della Camera di Stato. Ma se l'appuntamento referendario uscirà dall'agenda politica, le conseguenze potrebbero non finire lì.
Mentre la Commissione elettorale nazionale ha già informato le commissioni distrettuali di sospendere ogni ulteriore attività referendaria, le organizzazioni non governative contrarie al referendum chiedono le dimissioni dei capigruppo parlamentari e del segretario di Stato per il Programma nucleare nazionale. E sulla forza del momento, chiedono anche l'abrogazione della risoluzione sull'uso pacifico dell'energia nucleare.

Valerio Fabbri