Il Parlamento aveva approvato la modifica della legge il 15 luglio, ma il processo per la sua entrata in vigore ha incontrato alcuni ostacoli. Il Consiglio di Stato, infatti, aveva successivamente approvato un veto sospensivo sulla modifica, che però il Parlamento ha confermato una seconda volta con una maggioranza convincente. In seguito, il partito di opposizione SDS ha presentato una proposta per avviare la procedura di indizione di un referendum legislativo successivo sulla modifica della legge, sostenuta da oltre 3000 firme. Tuttavia, la maggioranza dei deputati della coalizione al governo ha presentato una proposta sull'inammissibilità del referendum legislativo, che è stata poi approvata. Il Partito Democratico ha successivamente richiesto una valutazione di costituzionalità di tale decisione, ma la Corte costituzionale ha stabilito a dicembre che la decisione sull'inammissibilità dell'indizione del referendum legislativo sulla modifica della legge sull'indagine parlamentare non è in contrasto con la Costituzione. La proponente della legge, Klakočar Zupančič, ha inoltre ricordato che la modifica attua le sentenze della Corte costituzionale, le quali, a suo dire, sono rimaste inattuate per troppo tempo. La modifica di legge prevede, tra le altre cose, l'introduzione di un meccanismo secondo il quale, entro 30 giorni dalla pubblicazione dell'atto di avvio dell'indagine nella Gazzetta Ufficiale, più proponenti possono richiedere che la Corte costituzionale si esprima sulla conformità costituzionale dell'indagine parlamentare e le normative in vigore. La Corte costituzionale è tenuta a decidere con priorità assoluta, entro un massimo di 60 giorni. Fino a quando la Corte costituzionale non si sarà pronunciata sulla richiesta, il Parlamento non potrà nominare la commissione d'inchiesta. Qualora la Corte costituzionale accerti che l'atto è in contrasto con la Costituzione o la legge, lo annulla, ponendo così fine al procedimento di avvio dell'indagine parlamentare.

Dionizij Botter