Foto: X Tanja Fajon
Foto: X Tanja Fajon

Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, ha descritto le condizioni a Gaza come "apocalittiche", sollecitando la comunità internazionale a intervenire con urgenza per fornire aiuti umanitari e costruire le basi per una pace duratura nella regione. "La malnutrizione diffusa, la fame e il crollo del sistema sanitario hanno fatto sì che le attuali condizioni nell'enclave possano esser definite come i crimini più gravi secondo il diritto internazionale", ha sottolineato. Particolarmente allarmanti sono le condizioni in cui vivono i più piccoli e il crescente numero di bambini sottoposto a amputazioni, risultato diretto del conflitto. Guterres ha inoltre criticato le rigide restrizioni imposte alla consegna degli aiuti umanitari, definendo l'attuale livello di fornitura "assolutamente insufficiente". Secondo dati forniti dall'UNRWA, prima della guerra iniziata il 7 ottobre 2023, entravano a Gaza una media di 500 camion di aiuti al giorno. Attualmente, quel numero è sceso drasticamente a soli 65. Inoltre, l'agenzia ONU per i rifugiati palestinesi ha interrotto domenica scorsa il passaggio di aiuti attraverso il valico di Kerem Shalom per motivi di sicurezza, aggravando ulteriormente la crisi. Guterres ha sottolineato che il blocco degli aiuti non è dovuto a problemi logistici, bensì a una "crisi di volontà politica e di rispetto per i principi fondamentali del diritto umanitario internazionale". Alla conferenza, che ha visto partecipi i rappresentanti di organizzazioni internazionali e ministri degli Esteri di numerosi paesi, ha preso parte anche la capo diplomazia slovena Tanja Fajon. A margine dell'incontro, Fajon ha avuto colloqui con diversi ministri degli Esteri della regione, tra cui gli omologhi di Egitto, Libano e Giordania, nonché con la coordinatrice speciale delle Nazioni Unite per Gaza, Sigrid Kaag. Le discussioni hanno evidenziato il drammatico impatto del conflitto sulla popolazione civile, con un focus particolare sui bambini e le donne privati di accesso alle cure mediche e alle opportunità di riabilitazione. "La crisi in Medio Oriente mette alla prova la nostra umanità e la nostra solidarietà", ha detto Fajon, sottolineando come questa rappresenti una sfida epocale per l'intera comunità internazionale.
M.N.