Foto: BoBo/Žiga Živulović ml.
Foto: BoBo/Žiga Živulović ml.

Le retribuzioni dei dipendenti del settore pubblico verranno armonizzate a giugno nella misura dell'80% dell'inflazione registrata lo scorso anno, ovvero del 4,2%. Ciò significa che il valore delle classi salariali sarà più alto del 3,36%. Tra gli altri punti concordati, l'anticipazione dell'aggiunta annuale per le ferie: i versamenti ai dipendenti pubblici arriveranno con la paga di febbraio, quindi già a metà marzo invece che a giugno, come avveniva finora.
Oltre all'accordo sono state firmate anche due integrazioni ai contratti collettivi per il settore pubblico e per le attività non economiche, grazie alle quali il contenuto dell'accordo potrà essere implementato.
Il ministro delle Finanze, Klemen Boštjančič, che ha condotto le trattative, ha definito la firma dell'accordo una "tappa importante" nei negoziati tra governo e sindacati sulla riforma del sistema salariale. Il lavoro più difficile e più faticoso attende le due parti solo nelle settimane e nei mesi successivi.
Jakob Počivavšek, a capo del gruppo negoziale dei sindacati del settore pubblico, si è detto soddisfatto che il nodo è finalmente stato sciolto, ora infatti sarà possibile concentrarsi su questioni più impegnative.
Non è comunque ancora stato deciso quando le trattative sulla riforma del sistema salariale e l'eliminazione delle disparità salariali riprenderanno; secondo il ministro Boštjančič dovrebbero riprendere a breve, quando saranno finalmente formati i gruppi negoziali. Počivavšek è convinto che la maggior parte dei sindacati "è comunque pronta a riprendere le trattative in ogni momento".