Senza insegnanti non c'è istruzione. Il focus della giornata mondiale di quest'anno è rivolto alla carenza di insegnanti qualificati, un problema con cui si confrontano molti paesi oltre che la Slovenia ha detto Branimir Štrukelj. A causa della mancanza cronica di docenti e le numerose assenze per malattia, i dipendenti della scuola sono sempre più sotto pressione e con una mole di lavoro sempre maggiore. Non possiamo permettere, ha ribadito Štrukelj, che il ruolo dell'insegnante venga svilito. Preoccupa, secondo il sindacato Sviz, che l'attuale governo non comprenda, o non voglia farlo, la profonda crisi in cui si trova il comparto. Gli alunni e gli studenti si meritano docenti motivati, preparati e qualificati.
La presidente del comitato generale del sindacato Marjana Kolar ha riportato i dati di un recente rapporto europeo sulla scuola dove si sottolineano gli scarsi investimenti in istruzione. Nel 2020, infatti, i paesi Ocse hanno speso in media il 5,1% del loro Pil per gli istituti di istruzione dal livello primario a quello terziario, la Slovenia il 4,6%, un indicatore importante dell'interesse che l'esecutivo ha nei confornti dell'istruzione, il commento di Kolar, che ha inoltre aggiunto che gli insegnanti sloveni sono tra i più sottopagati e con un'età media più elevata rispetto ai colleghi degli altri paesi europei. (ld)