Sulla carta ci sono tutta una serie di strumenti che garantiscono la piena inclusione della comunità rom, nella prassi, ha detto la ministra Fajon, la situazione non è sempre così. Anche se il caso Pušča, villaggio rom nel comune di Murska Sobota, visitato da una delegazione politica durante la giornata, può venir considerato una buona pratica non solo a livello nazionale ma anche europeo, gli appartanenti alla comunità rom continuano ad essere vittime di preguidizi e stereotipi, discriminati, socialmente ed economicamente esclusi e i bambini tagliati fuori dal processo educativo.
Parte degli insediamenti, soprattutto della Dolenjska, è ancora senza acqua potabile, energia elettrica e senza i servizi igienici essenziali, le persone non hanno accesso al mondo del lavoro, ai servizi sanitari e alle abitazioni, ha detto Fajon. Lo stato è chiamato a fare di più, ha continuato, ma anche la stessa comunità rom deve responsabilizzarsi maggiormente e le istituzioni locali devono avere un ruolo più incisivo, perchè tutti i cittadini hanno pari dignità sociale, senza distinzione, e tutti devono avere le stesse possibilità, la povertà non deve essere un destino, ancora la vicepremier, che ha evidenziato come la Slovenia sia ai vertici dei paesi dove la comunità rom è meglio tutelata. Durante la cerimonia si sono esibiti gruppi musicali e culturali locali e ospiti provenienti dall'Italia e dalla Serbia nonchè i bambini dell'asilo di Pušča, un esempio di integrazione e convivenza aperto 61 anni fa, è stato detto, una scuola materna frequantata non solo da bambini rom. Una buona pratica che sarà portata prossimamente anche all'Europarlamento di Strasburgo.
Nel corso della serata, alla quale erano presenti tra gli altri, l'ex presidente della repubblica Milan Kučan, il direttore dell'Ufficio governativo nazionalità Stane Baluh e l'eurodeputato Matjaž Nemec, sono stati ricordati anche i 20 anni del Centro informativo Rom e Radio Romic. (ld)