Se fino a ieri gli scaffali vuoti e le code alle casse per accaparrarsi beni di prima necessità sembravano scene che si sarebbero viste solo nella vicina Italia, l’annuncio dello stato di epidemia a causa del crescente numero di contagiati dal Nuovo Coronavirus anche in Slovenia, sembra aver scalfito pure la proverbiale razionalità degli sloveni, almeno di quelli che vivono sul Litorale, che oggi si sono accalcati nei supermercati per comprare farina, pasta, riso, scatolame, carne, carta igienica e birra.
Assiepati nel vero senso della parola, visto che a quanto pare per ora la paura non ha fatto ancora capire che è necessario tenere almeno un metro di distanza gli uni dagli altri, hanno riempito i bagagliai delle auto temendo una serrata dei negozi o la mancanza di prodotti nell’immediato futuro.
Una carenza che oggi si è già vista nelle catene della grande distribuzione che contano maggiormente su fornitori italiani, tedeschi o austriaci per riempire i loro scaffali (come Eurospin, Hofer e Lidl). D’altronde con i controlli al confine e le conseguenti code a quanto pare le forniture di alcuni prodotti come frutta e verdura stanno tardando. Inoltre in Italia molti trasportatori iniziano a rifiutarsi di varcare i confini con Austria e Slovenia per paura di essere messi in quarantena.
Un problema meno sentito dalle catene più locali, come la Mercator e il Tuš, dove questa sera era possibile ancora comprare carne e verdura, ma dove si è registrata una maggiore affluenza di acquirenti. Anche qui nessuno rispettava le distanze, illudendosi di potersi proteggere con guanti di plastica e mascherine più o meno improvvisate.
Barbara Costamagna