L’elezione di un Papa porta con sé numerosi simboli e modi di dire entrati nel nostro linguaggio comune, come l’espressione fumata bianca per indicare l’avvenuta elezione del Pontefice. A questo rito si accompagna un modo di dire altrettanto diffuso: chi entra Papa al conclave ne esce cardinale. Come a dire: i nomi più gettonati ad assurgere alla massima carica vaticana, i papabili appunto, quasi sempre escono dalla Cappella Sistina a mani vuote. Chi sa se questo modo di dire sarà risuonato nella testa di Matjaž Han in vista del congresso di sabato, che decreterà la nuova leadership dei Socialdemocratici dopo l’affaire Švarc Pipan, che tanto ha condizionato la vita del partito così come quella del governo. Il ministro evita una risposta netta, ma a onor del vero il quadro è più complesso di quanto possa sembrare, quindi la sua prudenza è comprensibile. Ai microfoni della televisione pubblica ha detto di non aver preso ancora alcuna decisione, se non quella annunciata alcune settimane fa di sostenere uno dei tre sfidanti al congresso di sabato, il sindaco di Aidussina Tadej Beočanin. L’unico ostacolo tecnico per Han per entrare in corsa sono le 140 firme dei delegati necessarie per presentarsi ora che le liste sono chiuse. Ma la questione è politica, perché in corsa ci sono anche il capogruppo parlamentare Jani Prednik e l'eurodeputato, nonché ex presidente della Camera e candidato presidenziale della coalizione di maggioranza Milan Brglez. Due figure non marginali, insomma, che scoprirebbero solo venerdì se anche Han sarà della partita oppure no. Il ministro dell’Economia sa che deve prendere una decisione quanto prima per evitare di dividere il partito ancor più in vista di sabato. Possibile anche che siano solo schermaglie dialettiche. Non resta che attendere.
Valerio Fabbri