"Questa non è una manifestazione di protesta, bensì una richiesta di aiuto". Questo il filo conduttore del raduno indetto a Kranj, nell'Alta Carniola, dagli autisti di pullman, per chiedere un aumento delle retribuzioni e migliori condizioni di lavoro. Una 70.ina i partecipanti, aderenti al Sindacato dei conducenti di autobus della Slovenia. E' stato il secondo appuntamento del genere, il primo si era tenuto in dicembre a Lubiana. "Se lo Stato e il datore di lavoro non ci daranno ascolto", hanno detto, "fermeremo il trasporto pubblico". Hanno espresso rabbia per quanto sta accadendo, per una professione non considerata in maniera adeguata, con salari troppo bassi, alcuni non arrivano nemmeno a quello minimo garantito, e condizioni di lavoro definite disumane, con turni quotidiani, affermano, di 10-12 ore; da qui la richiesta di cambiamenti immediati. La categoria ricorda che si tratta di una professione di alta responsabilità, trattandosi di trasporto passeggeri e lamenta il fatto di dover essere effettivamente presente sul posto di lavoro dalle 4 del mattino alle 4 del pomeriggio ma di venir pagata soltanto per il periodo in cui è al volante. Condizioni di lavoro che non incoraggiano a scegliere questa professione e tra il personale addetto c’è un crescente malcontento. Uno dei responsabili del sindacato, Dejan Osterman, ha puntato il dito contro i datori di lavoro che, rileva, cercano soltanto il profitto, non si preoccupano dei lavoratori. Il sindacato intende proseguire con la protesta; annunciate manifestazioni analoghe a Maribor e a Murska Sobota. Se l'iniziativa non darà risultati, avverte Osterman, si ricorrerà al blocco del trasporto pubblico.
Delio Dessardo