Il Comitato Esteri della Camera di Stato ha discusso stamane delle posizioni del governo in merito alla vicenda Skripal, l'ex agente del KGB avvelenato a Londra assieme alla figlia. Com’è noto, l'esecutivo, in carica per il disbrigo degli affari correnti, ha deciso di non seguire altri paesi europei, che hanno espulso decine di diplomatici russi in segno di solidarietà con la Gran Bretagna; si è limitato a convocare per consultazioni l'ambasciatore di Slovenia a Mosca. Dal dibattito sono emerse posizioni discordanti.
Attualmente sono 16 i paesi dell'Unione Europea e quattro i membri della Nato che hanno deciso di espellere i diplomatici russi. In precedenza, il governo aveva discusso lo status dei diplomatici russi in Slovenia, dopo che diversi Paesi nel mondo hanno deciso di espellerli come ritorsione per l'avvelenamento dell'ex agente del KGB Sergej Skripal, e di sua figlia Yulia, in Gran Bretagna.
Contrari all'espulsione dei diplomatici russi il Desus, guidato dal ministro degli Esteri, Erjavec, ed i Socialdemocratici del ministro Židan. Un invito alla solidarietà con la Gran Bretagna è giunto anche dal Capo dello Stato, Borut Pahor, il quale ha elogiato la posizione presa dal premier facente funzione, Miro Cerar, lo ha sottolineato Ernest Petrič, consigliere di Pahor.
Cerar ha spiegato che la Slovenia, come del resto anche la vicina Austria, ha deciso di non approvare provvedimenti nei confronti dei diplomatici russi, ma ha allo stesso tempo approvato il documento del Consiglio europeo nel quale l'attacco a Salisbury viene definito come una grave sfida alla sicurezza e che è molto probabile che la Federazione russa ne sia la responsabile. L'uso di armi chimiche è totalmente inaccettabile, viene precisato nella nota del Consiglio europeo. È stata presa una decisone che non è né carne né pesce secondo il leader dell'SDS, Janez Janša il quale ha ricordato al premier che la Slovenia, in veste di membro Nato e Ue, dovrebbe rispettare gli obblighi internazionali e le posizioni adottate dai partner. La Slovenia rappresenta un caso unico in Europa dice ancora Janša, facendo riferimento ai particolari rapporti con la Russia e con l'ambasciatore in Slovenia, Doku Zavgajev, secondo Janša non ben accetto in numerosi paesi Ue per il suo ruolo nel conflitto ceceno.
D'altro avviso Luka Mesec, della Sinistra Unita, ritiene che le decisioni da prendere nei confronti dei diplomatici russi vanno prese con cautela in quanto non è tuttora chiaro chi sia stato l'esecutore dell'attentato. Mesec intravede nell'attuale situazione delle similitudini con quanto accaduto nel 2003 in seguito alla dichiarazione di Vilnius dalla quale è scaturita l'invasione appoggiata dalla Slovenia dell'Iraq, motivata dal possesso da parte di Saddam di armi di distruzione di massa. Armi chimiche che non sono poi mai state ritrovate, dice Mesec.