Quello che è certo, al momento, è che la mozione di sfiducia servirà per contare le forze politiche in parlamento ed a rompere gli indugi nel Partito dei Pensionati. Il Desus, dopo il ritorno di Karl Erjavec alla sua guida, ha abbandonato il governo. Immediatamente Socialdemocratici, Sinistra, Partito di Alenka Bratušek e Lista di Marjan Šarec, hanno consegnato nelle sue mani la coalizione antijanšana, nella speranza di far cadere l’esecutivo di centrodestra. L’auspicio era quello che Erjavec ed il Desus potessero riportare all'ovile anche il Partito del Centro Moderno, per ridar vita a quella alleanza, che subito dopo le elezioni politiche del 2018 aveva portato il centrosinistra a prendere in mano le redini del paese.
La decisione dei vertici del Desus, però, non è piaciuta ai suoi deputati, per nulla entusiasti di abbandonare al suo destino Janez Janša. Il primo banco di prova per il centrosinistra sarà quindi quello di raccogliere, nel segreto dell’urna, i 43 voti di cui teoricamente dispone, il secondo sarà quello di trovare gli altri tre consensi che servirebbero per defenestrare Janša e per portare Erjavec sulla poltrona di primo ministro.
Intanto le incognite restano anche per Janša e i suoi alleati, che teoricamente, dopo l’uscita del Desus, non hanno più la maggioranza. Se tutti i parlamentari decideranno di votare, sarà interessante contare i contrari e gli astenuti.
In ogni modo se la mozione di sfiducia dovesse andar male, non è escluso che il Desus possa riavvicinarsi al governo di centrodestra, non entrando formalmente in coalizione, ma accettando quell’invito alla collaborazione a cui hanno già aderito il Partito Nazionale e i deputati delle minoranze. A quel punto una tappa significativa per verificare la tenuta del governo sarà quello della scelta del nuovo ministro della Salute. Per ottenere luce verde basta la maggioranza semplice, ma se Janša dovesse racimolare almeno 46 voti sarebbe il segnale che il suo governo nel prossimo futuro potrà dormire sogni tranquilli.
Stefano Lusa