Il governo sloveno ha compiuto un passo indietro sulla questione dei transiti che aveva causato profonda insoddisfazione per aver escluso dalle eccezioni del nuovo decreto - da oggi in vigore - i viaggiatori in transito attraverso la Slovenia e gli operatori del trasporto internazionale, introducendo l'obbligo per tutti del certificato GVT, guariti, vaccinati o testati. Tale obbligo è stato posticipato al 15 agosto. Pertanto, l'esecutivo ha ufficializzato l'inserimento dei citati viaggiatori tra le eccezioni per le quali è prevista la possibilità di entrare nel paese senza green pass. Sono inoltre esentati dal presentare il passaporto sanitario, i bambini di eta' inferiore ai 15 anni, se accompagnati da un adulto in possesso dei requisiti richiesti, i possessori di terreni agricoli al di la' o a cavallo del confine e coloro che transitano attraverso il territorio della Slovenia perche' diretti in altri Stati limitrofi. Non sono per ora ammessi in questa categoria i migranti giornalieri come coloro che dai vicini Paesi vengono a lavorare in Slovenia. Coloro, invece, che entreranno nel Paese e non saranno in grado di fornire la certificazione adeguata, dunque privi anche di un test PCR negativo non più vecchio di 72 ore o uno rapido non più vecchio di 48 ore, dovranno sottoporsi a una quarantena di dieci giorni, dalla quale sarà possibile uscire dopo 5 giorni sottoponendosi a un test anti-Covid che risulti ovviamente negativo.
I sindacati chiedono che ai lavoratori frontalieri venga data la possibilità almeno di testarsi una volta alla settimana e non ogni due-tre giorni. In caso contrario minacciano di bloccare i valichi di frontiera. "È triste che tra le eccezioni rientrino gli stranieri che si recano in vacanza al mare, mentre coloro che attraversano il confine per andare a lavorare ne siano esclusi" - ha detto il presidente del sindacato dei lavoratori transfrontalieri della Slovenia, Mario Fekonja - e aggiunto - "non si rendono conto quanto abbiano complicato loro la vita". I lavoratori transfrontalieri che giornalmente si recano in Austria secondo il sindacato sono circa 35.000. Alto anche il numero dei pendolari transfrontalieri che dalla Slovenia si recano in Italia. Il sindaco di Nova Gorica, Klemen Miklavič, ha detto - "Siamo profondamente delusi dal nuovo regime di attraversamento delle frontiere" - e ribadito - "È frustrante dover nuovamente richiamare alla realtà delle zone di confine". È inoltre numerosa la comunità frontaliera proveniente dalla Croazia che presta il proprio lavoro lungo tutto il perimetro di confine con la Slovenia il cui futuro ora è in predicato per la nuova normativa.
Corrado Cimador