Il 2025 sarà un anno di riforme in Slovenia, con il governo guidato dal premier Robert Golob che ha annunciato la prosecuzione degli impegni iniziati nel 2024, con modifiche in ambito sanitario, pensionistico, settore abitativo, fiscale, oltre al completamento della ricostruzione post-alluvione. Nonostante la promessa di riforme, finora il governo ha portato a termine solo la riforma salariale nel settore pubblico. In parallelo, si intensifica l'atmosfera pre-elettorale, sebbene le elezioni parlamentari siano previste per la primavera del 2026, con attività sia dei partiti di opposizione sia di nuove formazioni politiche. Lo scenario politico sloveno dunque appare in fermento, con una crescente competizione tra le diverse forze politiche in vista delle prossime elezioni.
A partire dal 1° gennaio, circa 190.000 dipendenti pubblici beneficiano di un nuovo sistema salariale che prevede aumenti graduali nei prossimi tre anni, insieme a una rinnovata scala salariale e modifiche nelle regole per determinare i salari e l'avanzamento di carriera. Sono entrate in vigore anche nuove misure fiscali destinate a migliorare la competitività economica, attrarre forza lavoro e incentivare innovazione e investimenti, incluse modifiche sull'IVA e la tassazione delle aree agricole. Tra le modifiche fiscali più controverse spicca la riduzione del limite di reddito per accedere al sistema delle spese normate, suscitando reazioni negative. Inoltre, le modifiche alla legge sull'imposta sul reddito sono attualmente esaminate dalla Corte Costituzionale, in seguito a una richiesta di revisione da parte dell'opposizione.
Nel 2025 sono previsti rilevanti cambiamenti in ambito fiscale, tra cui l'introduzione di una nuova imposta sugli immobili. Questa tassa colpirebbe appartamenti, case e terreni edificabili con un'aliquota dell'1,45% sul valore di mercato, esentando esclusivamente gli immobili in cui il proprietario risiede. Il governo stima che i proventi derivanti da questa imposta ammontino a circa 600 milioni di euro, con l'obiettivo di ridurre il carico fiscale sulle retribuzioni e migliorare l'accessibilità agli alloggi in affitto. Nei primi mesi dell'anno sono previste discussioni pubbliche e parlamentari, con l'adozione delle modifiche fiscali entro il 2025 e la loro entrata in vigore nel 2026.
Analogamente alle modifiche fiscali, uno dei principali provvedimenti della cosiddetta riforma sanitaria, l'emendamento alla legge sull'attività sanitaria, ha suscitato opinioni contrastanti. Questo emendamento intende stabilire una netta separazione tra sanità pubblica e privata. Dopo il dibattito pubblico, il governo ha aggiornato la proposta, consentendo agli operatori del settore pubblico di lavorare parzialmente nel settore privato, a condizione che impieghino almeno il 40% del loro tempo nel settore pubblico. Organizzazioni mediche e sindacati si sono opposti al divieto per i medici pubblici di lavorare nel privato, temendo una fuga di professionisti dal settore pubblico. Inoltre, sono in corso altre riforme, come la digitalizzazione della sanità e l'introduzione di un contributo progressivo per l'assistenza sanitaria, che includono anche misure per l'assistenza a lungo termine, previste per il 2025.
La riforma pensionistica, attualmente in discussione presso il Consiglio economico e sociale (ESS), dovrebbe essere adottata nel prossimo anno, facilitando l'accesso ai fondi dell'UE per la ripresa. A partire dal 2028, l'età pensionabile aumenterà progressivamente, arrivando a 62 anni per chi avrà lavorato per 40 anni entro il 2035 e a 67 anni per chi avrà meno anni di contributi. Inoltre, il periodo di calcolo della base pensionistica si estenderà a 40 anni, escludendo i cinque anni meno favorevoli. Infine, la percentuale di calcolo della pensione salirà dal 63,5% al 65,5% entro il 2035, mentre l'indicizzazione delle pensioni darà sempre maggiore peso all'inflazione e meno alla crescita dei salari.
Il governo sta anche attuando una riforma abitativa che prevede la costruzione di nuovi alloggi popolari e la regolamentazione degli affitti turistici. È in corso una revisione della legislazione sui media, con l'obiettivo di garantire un'informazione completa e la libertà di espressione, introducendo supporti per i media e misure per la RTV Slovenia. Il governo sta preparando proposte legislative sulla cannabis per usi medici e personali, prevedendo la creazione di un'agenzia nazionale per regolamentarne la coltivazione e il commercio. Inoltre, la proposta di introdurre il voto preferenziale nelle elezioni parlamentari sta incontrando difficoltà, in quanto richiede una maggioranza qualificata per modifiche costituzionali.
Infine, la Camera di Stato si appresta a votare per confermare il nuovo governatore della Banca di Slovenia, il difensore civico e i giudici costituzionali, con il mandato dell'attuale governatore, Boštjan Vasle, in scadenza l'8 gennaio. La presidente della Repubblica, Nataša Pirc Musar, ha proposto propri candidati, ma il primo, Anton Rop, è stato bocciato dal Parlamento, creando possibili complicazioni anche per altre nomine. Prossimamente si voterà anche per il nuovo difensore civico, con l'attuale Peter Svetina che termina il suo mandato a febbraio. Nel 2025 sono previsti il cambio di due giudici costituzionali, la fine del mandato di Marijan Papež all'Istituto di previdenza sociale e di Marko Bošnjak alla Corte europea dei diritti dell'uomo, oltre a congressi elettorali tra i partiti e importanti progetti infrastrutturali. Entro la fine del 2025, appunto, è prevista l'apertura al traffico della seconda canna del traforo stradale delle Karavanke e il completamento della costruzione della nuova tratta ferroviaria tra Divaccia e Capodistria.
Corrado Cimador