Il tema principale della seduta del Consiglio strategico riunito nella nuova composizione è stata la crisi ucraina. Hanno partecipato alla riunione anche i co-firmatari delle due lettere, legate alla guerra in Ucraina, inviate recentemente al Premier Robert Golob e alla Capo dicastero degli esteri Tanja Fajon, quest’ultima ha salutati i membri del Consiglio strategico ribadendo che l’organo avrà un importante ruolo nel delineare la politica internazionale Slovena in un contesto internazionale complesso “Vorrei che il processo decisionale si basasse su considerazioni strategiche e su decisioni da prendere in collaborazione con gli esperti del settore in modo inclusivo e democratico” ha detto il Capo dicastero. Il conflitto in Ucraina è destinato a disegnare le strategie di politica internazionale nel prossimo futuro e per un lungo periodo, hanno constatato i presenti affrontando i quesiti che riguardano la tipologia di aiuti che vanno inviati al paese aggredito dalla Russia. La Fajon ha ribadito a riguardo la condanna slovena all’aggressione russa e ai molteplici attacchi rivolti alla popolazione civile e all’infrastruttura ucraina. Il Consiglio e gli ospiti hanno inoltre discusso delle due lettere pubbliche che contemplano un approccio diverso, quella sottoscritta anche da due ex Presidenti della Repubblica, Milan Kučan e Danilo Türk, che sollecita una risoluzione pacifica del conflitto e l'altra che vede come primo firmatario Dejan Steinbuch più altri 50 intellettuali che invece invita il governo a sostenere l’Ucraina nella difesa del suo territorio. Come spesso accade nello spazio pubblico sloveno i punti di vista differenti tendono a dare vita a “faide” mediatiche che inevitabilmente si trasferiscono sui social “Lettere pubbliche di questo tipo non devono rappresentare un poligono per dividere l’opinione pubblica slovena, ma la base per includere la società civile in un ampio dibattito su decisioni fondamentali di politica estera” si è sofferma a riguardo la Fajon. “Tutti hanno il diritto di esprimere la propria posizione senza la necessità di essere per forza etichettatati” ha ribadito sempre il Ministro dalle file SD. “La Slovenia proseguirà ad aiutare l’Ucraina in tutti i campi possibili, in quello umanitario, nella ricostruzione del paese e nell’accoglimento dei profughi, mentre l’invio di armi non deve essere assolutamente una priorità” ha detto Fajon. È solamente l’Ucraina a poter decidere quale è per lei un compromesso accettabile, ha detto inoltre la Fajon sottolineando anche l’importanza del dialogo con Mosca. L’ottenimento dello status di candidato all’Ue per l’Ucraina è un segnale importante e la Slovenia non dimenticherà di sostenere pure il processo di allargamento Ue ai paesi dei Balcani occidentali, trattandosi di un interesse strategico e reciproco.
Dionizij Botter