In Slovenia sono 2.125 i nuovi casi di coronavirus su 6.226 test molecolari processati, il 34%, lo riporta l'Istituto nazionale di salute pubblica. Numeri complessivamente in flessione su base settimanale; la frenata dell'epidemia si evince guardando al tasso di positività, che mercoledì scorso ha raggiunto, il 37% e, si abbassa anche l'indice di contagio rispetto alla settimana scorsa. La media settimane dei contagi scende a 1.968 positivi su 100mila abitanti (77 in meno rispetto al giorno prima), mentre la media a 14 giorni su 100mila abitanti si attesta a 1.591, 73 casi in meno del precedente bollettino. Nel Paese al momento ci sono 33.527 casi attivi, rileva l'Istituto nazionale di salute pubblica. La pressione sulle strutture sanitarie resta stabile, sebbene i numeri dei ricoveri permangano alti; sono 1.087 i pazienti Covid, 14 in meno rispetto al giorno prima, dei quali 280 ricoverati in terapia intensiva. Mercoledì, sono decedute 15 persone con sintomi riconducibili alla malattia provocata dal nuovo coronavirus.
Intanto, a seguito della diffusione della nuova variante del SARS-CoV-2, ribattezzata Omicron, il Governo ha varato nuove misure per contenerne l'espandersi. Nella sessione per corrispondenza l'esecutivo ha disposto l'obbligo del triplo tampone durante la quarantena di dieci per coloro che provengono da sette Paesi dell'Africa meridionale in cui ci sono focolai. L'ordinanza prevede l'esecuzione del primo tampone molecolare all'arrivo, la seconda dopo cinque giorni e la terza al termine della quarantena ossia al decimo giorno. Il decreto entrerà in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Il decreto riguarda sette paesi: Sudafrica, Lesotho, Botswana, Zimbabwe, Mozambico, Namibia o Esvatini. Resta, inoltre in vigore, la disposizione che agli stranieri senza residenza in Slovenia che provengono dai citati sette paesi, dove la mutazione è già stata rilevata, non è concessa l'entrata nel Paese.
Corrado Cimador