Foto: EPA
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L’epidemia in Slovenia sembra aver raggiunto un punto di stallo con i dati, che stagnano da giorni sulle stesse cifre, soprattutto per quanto riguarda il fronte contagi.
Preoccupa la presenza delle varianti tra le quali quella sudafricana che è stata individuata in altri 8 positivi, mentre la variante inglese è stata trovata in 160 campioni sui 576 sequenziati, che secondo l’istituto di microbiologia appartengono a persone che si sono in gran parte infettate in Slovenia, con solo 15 casi in generale che potenzialmente possono essere stati contratti all’estero. La mutazione brasiliana è stata individuata in un nuovo campione.

Vista la situazione, il governo ha deciso di prorogare lo stato di epidemia ancora per un mese dal 18 marzo e di far restare in vigore le attuali misure di prevenzione e contenimento del contagio.

Secondo il direttore dell’Istituto nazionale di sanità Milan Krek in Friuli Venezia Giulia, con cui esiste un’intensa collaborazione, la situazione dell’epidemia è seria e perciò, nonostante il trend in miglioramento della regione costiero-carsica, si è deciso di lasciarla ancora in zona rossa. Se il quadro epidemiologico dell’area migliorerà la regione potrebbe passare in arancione la prossima settimana.

Peggiorano i dati dei contagi anche nelle scuole, ma, ha detto Krek, non s’intende per ora chiuderle, assicurando che si farà di tutto per concludere l’anno in classe. Il ritorno a distanza potrà esserci solo nel caso che la situazione peggiori di molto e per evitare ciò è necessario mantenere alcune misure come il coprifuoco.

Importante rispettare le misure igienico-sanitarie e la quarantena di dieci giorni nel caso si sia stati in contatto con un contagiato o si sia ricevuta l’ordinanza dalla polizia o dall’istituto nazionale della sanità. Per accertarsi del rispetto di questa misura saranno fatti controlli anche da parte dell’ispettorato sanitario che potrà, in caso venga verificata la sua violazione, sanzionare con multe che vanno da 400 a 4000 euro.

Barbara Costamagna