La Slovenia rispetta il principio del funzionamento del mercato interno dell’UE; quindi, non è favorevole a iniziative unilaterali da parte dei singoli Stati membri; lo ha precisato il ministero dell'Agricoltura, le politiche forestali e l'alimentazione all'agenzia STA in merito a un possibile divieto di importazione di grano ucraino. Al momento non si fa sentire l'impatto di quello introdotto da determinati paesi, concretamente Polonia, Ungheria e Slovacchia. Dal ministero dicono di essere consapevoli del fatto che ultimamente alcuni stati comunitari stanno affrontando grossi problemi sul proprio mercato interno a causa di maggiori quantitativi di prodotti agricoli provenienti dall'Ucraina. La condizioni sul mercato dei cereali sono abbastanza specifiche. La Slovenia produce per il suo fabbisogno una buona metà dei cereali necessari, il resto viene importato prevalentemente da Croazia e Ungheria, fanno sapere dal Ministero, che non dispone di dati su eventuali accumuli di eccedenze di grano ucraino. Oltre ad avvertimenti sulla concorrenza sleale, ne arrivano altri riguardanti una qualità inferiore del grano ucraino. La Slovacchia, ad esempio, ne ha vietato la vendita come mangime per animali in quanto conterrebbe pesticidi. Secondo Roman Žveglič, presidente della Camera per le attività agricole e forestali, il grano ucraino presente attualmente sul mercato sloveno è quasi certamente costituito da scorte vecchie; tutto dipende da come è stato immagazzinato e se contiene eventuali tossine.
Sul piano comunitario, la prossima settimana si riunirà a Bruxelles il consiglio Agricoltura e pesca dell'UE; il vicepresidente della commissione, Valdis Dombrovskis incontra già oggi i rappresentanti dei paesi maggiormente interessati: Polonia Ungheria, Slovacchia, che hanno bloccato le importazioni di grano ucraino, Romania, Bulgaria e la stessa Ucraina. L'UE ha un accordo di libero scambio con Kiev, in base al quale ha temporaneamente revocato i dazi sull'importazione di cereali. Come conseguenza alcuni paesi si sono trovati con scorte di grano eccessive.
Delio Dessardo