La nuova Commissione d’inchiesta fortemente voluta dal partito Democratico e da Nuova Slovenia avrà il compito di esaminare retroattivamente l’operato del premier Robert Golob ai tempi della sua direzione della Gen-I, ma non solamente sotto la lente di ingrandimento rientrerebbe tutto il sistema energetico nazionale. La richiesta che ha riavvicinato i due partiti d’opposizione è stata inoltrata in procedura parlamentare e sottoscritta da 32 parlamentari. L’obiettivo ha spiegato il parlamentare SDS, Žan Mahnič è di prendere in esame le eventuali responsabilità politiche e condizionamenti esercitati nel controllo del sistema energetico nelle aziende che sono strettamente legate allo stato”. Il periodo in esame va dal primo gennaio del 2014. “ Vogliamo accedere ai contratti commerciali conclusi dalle società energetiche statali e mettere in luce le eventuali responsabilità dei titolari di cariche pubbliche e degli stessi consigli di amministrazione e sorveglianza, indipendentemente dal fatto che i titolari di queste funzioni siano stati coinvolti o che abbiano influenzato il presunto esaurimento finanziario delle società energetiche slovene” ha detto Mahnič sottolineando che il costo dell’energia elettrica in Slovenia e’ superiore alla media UE.Ma a mettere i bastoni tra le ruote potrebbe essere la nuova legge sulle indagini parlamentari voluto dalla Presidente della Camera di stato, Urška Klakočar Zupančič, la normativa prevede che un terzo dei deputati, gli indagati o i testimoni possono impugnare l'atto che dispone la commissione d'inchiesta dinanzi alla Corte costituzionale. Bloccando così in partenza l’avvio dei lavori della Commissione fino alla decisione di giudizio di legittimità costituzionale che verrà emesso dalla Corte costituzionale. Nel caso in cui l’atto costitutivo della Commissione risultasse incostituzionale o illegale la Commissione non può essere costituita. L’Sds ha intanto già ventilato l’ipotesi di ricorrere allo strumento del referendum legislativo con la raccolta delle 40 mila sottoscrizioni necessarie.

Dionizij Botter

Foto:  STA
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