Le reazioni e le prese di posizione delle istituzioni di Bruxelles si susseguono dopo le sprezzanti parole lanciate dal premier Janez Janša su Twitter ai componenti della delegazione del Parlamento europeo in visita in Slovenia che ieri avrebbe dovuto incontrarlo assieme al ministro della cultura. Appuntamento in seguito cancellato.
Sulla polemica innescata dal premier Janša con il Parlamento europeo è intervenuto il presidente della repubblica Borut Pahor: "Personalmente credo fermamente che qualsiasi opinione possa essere espressa anche in modo educato, tollerante e rispettoso, e che questo sia in realtà l'unico modo in cui possiamo risolvere con calma e maturità tutti i problemi e non crearne di nuovi". Così Pahor e, aggiunto: "Per questo sono preoccupato, perché, al contrario, si sta approfondendo l'impressione che oggi si possa farsi ascoltare solo se si fanno interventi pubblici con dichiarazioni maleducate o addirittura intolleranti. Nei trent'anni della sua indipendenza la Slovenia si è guadagnata la reputazione di paese rispettabile e costruttivo, per tale motivo chi la rappresenta deve impegnarsi affinché questa reputazione non venga indebolita, al contrario bisogna adoperarsi per rafforzarla" - ha detto il presidente Pahor.
La delegazione del Parlamento Europeo oggi invece ha avuto un incontro con i presidenti della Camera di Stato, Igor Zorčič, e del Consiglio di Stato, Alojz Kovšca. Con i rappresentanti della commissione per la libertà civili e quella per il controllo del bilancio, ha parlato del rispetto dei decreti e delle leggi nel campo dei media, con particolare riferimento alla situazione e ai rapporti in essere tra governo e agenzia di stampa STA. Il presidente del Parlamento Zorčič ritiene che l'esecutivo si stia comportando in modo indecoroso, dannoso e contrario alla strategia di politica estera. "Ci troviamo in una situazione poco invidiabile se dall'Europa giungono in Slovenia per verificare se da noi vi è ancora democrazia e libertà dei media - e aggiunto - Coloro che rappresentano le istituzioni hanno il dovere di rispondere e partecipare a tali incontri".
Al termine della visita la capo delegazione, la parlamentare olandese, Sophie In 'T Veld, ha presentato la relazione. "Abbiamo puntato su quattro "pilastri" ritenuti essenziali per l'affermazione dello stato di diritto: indipendenza del sistema giudiziario, lotta alla corruzione, indipendenza dei media, bilanciamento dei poteri. Le istituzioni - ha rilevato - funzionano bene, manca però la nomina dei delegati sloveni nella procura europea. Quello più delicato e deficitario è il settore Politico, che risulta spesso privo di pluralità. Preoccupa il fatto che i membri del governo sono impegnati in dibattiti che ritengo inadatti a una società democratica e civile. I toni usati portano a un clima di sfiducia e intimidazione e sollevano dubbi "nelle e tra" le istituzioni pubbliche - e proseguito - Deficitaria è anche la libertà dei media, con continui attacchi contro i giornalisti, la libertà di espressione, il ripristino del finanziamento dello stato all'agenzia di stampa STA e si esplicitano anche altre violazioni dello stato di diritto - e concluso - la nostra è una supervisione non un'inchiesta giudiziaria".
Tornando a Janša, ad alimentare ulteriormente la serie di critiche al premier il twitt in cui parlava di "marionette di Soros nel Parlamento europeo". Immediata la risposta della Commissione Ue: Nell'Unione Europea non c’è posto per l'antisemitismo, i social non sono lo spazio per attacchi personali a singoli. Sui social, rileva il portavoce della commissione, Christian Wigand, dovrebbero trovare spazio esclusivamente dibattiti costruttivi e all'insegna del rispetto.
Corrado Cimador