A Portorose il tradizionale, 58-esimo, incontro annuale dei deportati, internati e prigionieri politici sloveni nei lager nazisti durante la seconda guerra mondiale. Alla cerimonia solenne alla quale hanno partecipato anche le associazioni degli ex combattenti di tutta la Slovenia e di diversi paesi europei ha presenziato il capo dello stato Borut Pahor. Oratore solenne il ministro per gli sloveni nel mondo Peter Česnik.
Che gli orrori della Seconda Guerra Mondiale non si ripetano mai più, il monito espresso da più parti durante la lunga e sentita cerimonia alla quale hanno preso parte oltre 700 persone, ex combattenti, detenuti politici, deportati, i loro parenti e amici e 10 internate slovene nei campi di sterminio di Auschwitz e Ravensbruck.
Elza Mavrič di Salcano (Solkan) aveva 16 anni nel 1944 quando assieme alla zia venne deportata ad Auschwitz. "Ricordo specialmente quei mesi della seconda metà del '44, quella volta i crematori lavoravano a tempo pieno, giorno e notte, trasportavano specialmente gli ebrei..eravamo presenti, sapevamo cosa succedeva però avevamo sempre una speranza, coraggio. Ripetiamo sempre che quella tragedia non si ripeta mai più; specialmente bisogna dire alle generazioni giovani di tenere duro per la pace."
Tramandare alle giovani generazioni i valori della pace e della libertà senza dimenticare le tragedie del secondo conflitto mondiale e questo uno degli obiettivi dell'Europa unita, ha detto nel suo intervento il ministro per gli sloveni nel mondo Peter Česnik, che non ha mancato però di evidenziare come proprio in Europa è in crescita il fenomeno del linguaggio d'odio di matrice ideologica nazionalista che va arginato. Non dobbiamo dimenticare chi ha combattuto per la Patria e chi ha perso la vita per difenderla, ancora il ministro che ha puntato il dito contro lo Stato che dalla sua indipendenza da oggi, a suo parere, non è stato in grado di provvedere alle necessità della popolazione più anziana. In conclusione ha ricordato che durante la cerimonia in Polonia per le celebrazioni per l'80esimo anniversario dell'inizio della Seconda Guerra Mondiale il presidente tedesco Steinmeier ha chiesto scusa alle "vittime polacche della tirannia tedesca". Sono 74 anni, ancora Česnik, che aspettiamo le scuse della vicina Italia per le vittime slovene del fascismo.
Il capo dello stato Borut Pahor in un breve indirizzo di saluto ha sottolineato l'importanza di salvaguardare e rafforzare la pace; i contenziosi vanno risolti in maniera pacifica attraverso il dialogo e nel rispetto della dignità umana. (ld)