Foto: DZ/Klara Gojčič
Foto: DZ/Klara Gojčič

“Un meccanismo di finanziamento parallelo”, sarebbe quello che secondo Mojca Šetinc Pašek sarebbe stato messo in piedi in questi anni da “uno dei partiti politici chiave in Slovenia” (quello Democratico), “al quale avrebbero preso parte funzionari di tutti i livelli e sostenitori per perseguire interessi politici, ma soprattutto personali”.

Attraverso questa rete di interessi, ha proseguito la presidente della commissione di inchiesta sui sospetti di finanziamento illegali dei partiti, sarebbe entrato nel paese anche capitale ungherese, che apparterrebbe a gruppi finanziari vicini a Viktor Orban ed al suo partito. Secondo la Šetinc Pašek “qualcuno, a causa dei suoi meschini interessi politici, avrebbe in un certo senso venduto il paese”.

NovaTV24.si, Nova hiša, Nova obzorja e Geopolar, sarebbero solo alcune delle società i cui conti farebbero da bypass per i finanziamenti del partito Democratico, che vedrebbe invece il suo “conto centrale” “pulito e intatto”, poiché tutte le transazioni chiave, come campagne pubblicitarie o elettorali, sarebbero portate a termine attraverso questo sistema parallelo e a pagamenti in contanti. Tra gli esempi portati, quello relativo a tutta una serie di Comuni in mano al SDS che per le elezioni parlamentari del 2022 avrebbero sborsato parecchi soldi ad una serie di riviste vicine ai Democratici per ottenere interviste, articoli o inserzioni settimanali.

Molte delle imprese coinvolte, inoltre, durante il terzo governo Janša, secondo la commissione, avrebbero “fatto affari con lo Stato”, oppure “ricevuto finanziamenti pubblici”, “restituendo” parte dei proventi sotto forma di pagamento di servizi a società amiche, soprattutto del settore mediatico.

Barbara Costamagna