Robert Golob e Tomaž Vesel al festival di Movimento Libertà, a inizio aprile, quando la figura dell'ex presidente della Corte dei Conti venne indicato come risorsa del governo e possibile candidato commissario. Foto: Instagram
Robert Golob e Tomaž Vesel al festival di Movimento Libertà, a inizio aprile, quando la figura dell'ex presidente della Corte dei Conti venne indicato come risorsa del governo e possibile candidato commissario. Foto: Instagram

La candidatura di Vesel alla Commissione europea non è stata ancora formalizzata, ma non è in bilico. Già da diversi mesi l'ex responsabile della Corte dei Conti è stato individuato da Movimento Libertà come candidato unico per la casella di commissario che spetta alla Slovenia, e nonostante qualche iniziale perplessità, i partiti della maggioranza di governo si sono allineati con la scelta dettata dal premier. Vesel sperava in una nomina in pectore già prima della pausa estiva, anche per prepararsi alle audizioni non vincolanti in Camera di Stato cui dovrà sottoporsi prima della nomina. La lettera da inviare a Ursula von der Leyen verrà quindi spedita al rientro dalle vacanze, salvo soprese che però non sembrano essere all'orizzonte. Il responsabile dei Socialdemocratici e ministro dell'economia, Matjaž Han, al termine della riunione di ieri ha confermato che il partito sostiene Vesel. Stesso discorso per quanto riguarda Sinistra, il cui ministro del Lavoro ed ex segretario, Luka Mesec, ha confermato la scelta del comitato esecutivo in linea con la maggioranza. Secondo il calendario della Commissione, von der Leyen avvierà i colloqui con i candidati a metà agosto, per poi delegare settori e funzioni di cui saranno responsabili. Solo dopo sarà il momento delle audizioni nelle commissioni competenti dell'Europarlamento, fra ottobre e novembre, in modo da avere la squadra al completo entro fine anno. Come detto, però, in conformità con l'attuale legislazione slovena, il governo deve prima inviare il nome del candidato o della candidata alla Camera di Stato, dove dovrà presentarsi davanti all'organo competente per gli affari europei, che voterà e darà un parere accompagnato dalle motivazioni. Parere che, come detto, non sarà vincolante, che tuttavia dopo il caso dell'audizione di Alenka Bratušek rimane un passaggio sempre carico di insidie.

Valerio Fabbri