Foto: DZ/Matija Sušnik
Foto: DZ/Matija Sušnik

Come prevedibile il voto in commissione sulla questione Palestina è passato con i 9 voti della maggioranza. Contro ha votato il Partito democratico sloveno, che ieri mattina aveva depositato una richiesta di referendum consultivo, facendo slittare il riconoscimento. Il principale partito d'opposizione, infatti, ritiene necessaria un'ampia consultazione pubblica, che passi anche per le urne, per stabilire la validità della proposta del governo di riconoscere l'indipendenza e la sovranità della Palestina. Durante il dibattitto durato quasi 8 ore, i membri dei partiti della coalizione di maggioranza hanno espresso il proprio sostegno alla proposta dell'esecutivo, mentre l'opposizione, al netto dell'astensione al voto di Nuova Slovenia, ha esposto le ragioni contrarie. Su tutto il dibattito, però, ha aleggiato la richiesta di referendum che rinvia la formalizzazione del riconoscimento. Così la seduta straordinaria della Camera di Stato, in programma per oggi (marted' 4 giugno) alle 16, non terminerà in alcun voto.
Da una mossa pre-elettorale all'altra quindi, con la conseguenza che una decisione di politica estera così delicata rimane incagliata nelle pieghe delle procedure parlamentari. Il rinvio non dovrebbe riservare sorprese, perché per l'approvazione è richiesta una maggioranza semplice e la volontà politica della coalizione che sostiene il governo rimane intatta. Ma con questa mossa Janša è riuscito quantomeno a ostacolare Movimento Libertà, che avrebbe voluto brandire il riconoscimento come un vessillo in vista del voto di domenica alle europee, dopo che la bandiera palestinese sventola sul palazzo del governo da giovedì scorso. Secondo l'opposizione il governo non ha considerato le conseguenze che il riconoscimento avrebbe sui rapporti tra Slovenia e Israele, e non ritiene sia questo il momento giusto per sostenere la Palestina, anche perché non ha una leadership legittima. Nel dibattito, infine, è emersa a più riprese la necessità di rivedere regole procedurali e prassi parlamentare per evitare che simili manovre di disturbo "possano bloccare praticamente tutto", ha detto il deputato Matej Vatovec di Levica. La Slovenia sarebbe il nono paese europeo a riconoscere la Palestina, oltre a Spagna, Irlanda e Norvegia, che pure non fa parte dell'Unione europea, mentre sono in totale 146 i membri delle Nazioni Unite che riconoscono la Palestina come Stato indipendente.

Valerio Fabbri

Un momento della Commissione affari esteri, dove si riconoscono la ministra degli Esteri, Tanja Fajon, e il leader dell'SDS, Janez Janša. Foto: Valerio Fabbri/Radio Capodistria
Un momento della Commissione affari esteri, dove si riconoscono la ministra degli Esteri, Tanja Fajon, e il leader dell'SDS, Janez Janša. Foto: Valerio Fabbri/Radio Capodistria