Mezz’ora di dibattito per una votazione mai in dubbio (9-2) a favore dei pareri legali sulla validità della trasformazione di Vzajemna in società per azioni. Maggioranza e opposizione sembrano ritrovarsi su posizioni in controtendenza rispetto ai propri valori e principi. I conservatori parlano di limitazione dell’iniziativa privata e dei diritti individuali, mentre governo e maggioranza rivendicano il salvataggio come una scelta dettata dalle nuove norme, che a partire da inizio anno prevedono il contributo sanitario obbligatorio e l’abolizione dell’assicurazione sanitaria complementare. La nuova legge in materia sanitaria depotenzia il cuore dell’attività assicurativa di un istituto che realizza, o meglio realizzava il 93% del suo fatturato dai contributi complementari. Ci ha provato il deputato del Partito democratico sloveno, Rado Gladek, a dare battaglia, affermando che non può esistere una società per azioni senza azioni e senza diritto, puntando il dito contro il fatto che nel sistema di registrazione degli atti pubblici (Ajpes) non compaia ancora il nuovo status giuridico. Motivo per sospettare, ha detto ancora Gladek, che la maggioranza stia cercando di dividersi una “privatizzazione” de facto considerata incostituzionale. Idea condivisa dai vertici di Vzajemna, che a fine dicembre hanno chiesto un parere alla Corte costituzionale per valutare se i diritti di proprietà dei soci e di libera iniziativa economica siano rispettati. A mettere la parola fine su ogni discussione, però, è stata la presidente della commissione, Andreja Kert, che ha ricordato come la sessione odierna dei lavori avesse il solo obiettivo di votare sulle opinione legali, dal momento che la legge è già in vigore.
Valerio Fabbri