Non tutti forse sanno che a Capodistria si trova uno tra i centri più apprezzati dagli amanti del bouldering, una specialità di arrampicata sportiva che si pratica indoor senza imbragature. Si tratta della palestra Plus Climbing che offre 900 metri quadrati di pareti sia ad amatori e corsisti sia ad atleti professionisti, che si allenano in questa struttura.
L’epidemia ha, però, colpito anche questa importante realtà che ha dovuto, come tutti gli altri centri sportivi, fermarsi per alcuni mesi.
"Come per tutti gli sport anche noi è stato un tempo difficile", ci racconta Luka Fonda, allenatore della nazionale slovena e responsabile del centro, "abbiamo ripreso con i professionisti dal 7 maggio e da questo lunedì sono tornati anche i bambini che si stanno avvicinando a questo sport. Comunque vada, quindi, sarà un recupero lungo speriamo non troppo difficile".
Se l’attività sportiva si è fermata, altrettanto, non è stato per le spese.
"Le nostre entrate vanno da settembre a giugno e poi per tre mesi stiamo chiusi", ci spiega Fonda, "copriamo, quindi, i costi con l’attività invernale. Quest’anno l’ammanco sarà doppio, visto che abbiamo già tenuto chiuso per circa tre mesi. Le spese invece sono andate avanti normalmente e quindi non sarà facile restare dentro al budget".
Un centro sportivo di rilevanza nazionale potrà però contare su un appoggio da parte dello stato?
"Il problema è che il Governo sino ad ora si è un po’ dimenticato dello sport in generale", ci risponde con rammarico Fonda. "Speriamo che in un futuro super vicino si ricordi anche delle attività dei club di agonismo e non solo", aggiunge, "qui si allenano la nazionale slovena e tanti atleti top e quindi è un posto super importante per il nostro sport. Vediamo cosa succederà".
L’augurio è quindi quello di poter tornare alla normalità alpiù presto, anche con il ritorno degli atleti ed amatori di oltre confine che prima dell'epidemia gravitavano sul centro capodistriano sia dall’Italia sia dalla Croazia; con la speranza che nell’autunno non torni il virus, che rischierebbe di essere letale non solo per il Plus Climbing ma per moltissime realtà sportive del paese.
Barbara Costamagna