Il marchio Tuš nacque nel 1989 a Slovenske Konijce, dove Mirko Tuš aprì il suo primo negozio, dal quale in breve tempo prese vita una vera e propria catena di supermercati gestiti dal gruppo Engrotuš, alle cui attività si sono aggiunti nel tempo interessi nel mondo della ristorazione e del mercato immobiliare, oltre che sale cinematografiche, società fornitrici di servizi telefonici ed energetici.
A causa della crisi finanziaria ed economica in corso da alcuni anni la famiglia Tuš, che in tutto questo tempo ne aveva mantenuto la proprietà, aveva già dovuto apportare dei cambiamenti all’assetto societario, vendendo nel 2020 l’80% del gruppo al fondo Alfi e tenendosi per sé solo il 20%.
Con la firma odierna la Engrotuš passa, invece, totalmente nelle mani del gruppo croato Fortenova, già proprietario della catena Mercator. Secondo gli acquirenti si rafforzerà così la posizione di entrambe le società, la cui fusione, però, deve ancora ottenere la luce verde dell’Agenzia pubblica per la tutela della concorrenza della Repubblica di Slovenia. Questa è stata, infatti, chiamata a valutare se vengano rispettati gli interessi dei consumatori e la legge in vigore. Il Mercator, infatti, detiene, circa un quarto del mercato nel paese, mentre Tuš un buon decimo. Secondo la legge sulla prevenzione del monopolio, un'azienda è considerata in posizione dominante se la sua quota di mercato sloveno supera il 40%, mentre se si tratta di due o più aziende questa deve essere inferiore al 60%.
A questo punto, però, la cosa sembra fatta, e con la firma odierna si sancisce di fatto la fine della grande distribuzione in mano slovena, con tutto quello che ne consegue, in primis un'ulteriore riduzione del raggio di distribuzione dei prodotti “made in Slovenia”, che sempre più difficilmente trovano spazio sugli scaffali dei supermercati fuori, ma anche dentro i confini nazionali.
Barbara Costamagna