La Slovenia, ha chiuso il 2019, nel gruppo dei paesi membri che hanno saputo meglio spendere i fondi europei, superando, seppur di poco la media comunitaria. La neo ministra per lo sviluppo, i progetti strategici e la coesione Angelika Mlinar alla sua prima visita ufficiale a Bruxelles, si dice molto soddisfatta della novità, ribadendo allo stesso tempo che il trend è in costante crescita. Nello specifico la Slovenia ha utilizzato il 40% di tutti i fondi europei, la media europea è del 39%, mentre per quanto riguarda i fondi di coesione ha speso il 35% dei mezzi. Con la commissaria europea per la coesione e le riforme Elisa Ferreira si è soffermata anche sulle misure adottate da Lubiana per incentivare e incrementare il recepimento di questi mezzi attraverso i vari programi e fondi europei. Ad oggi sono arrivati in Slovenia 2miliardi e 650mila euro il che rappresenta l'86% percento di tutti i mezzi a disposizione per i progetti sloveni nella programmazione europea 2014-2020 a fronte del miliardo di euro andato a Bruxelles in forma di quota di cofinanziamento previsto.
Risolte anche l'incoveniente tecnico, più precisamente informatico che rischiava di bloccare temporaneamente l'emissione dei pagamenti, e che ha creato non pochi disguidi nella precedente programmazione. Uno dei motivi, è stato detto, anche per lo scarso utilizzo dei mezzi europei registrato per esempio nel 2018, solo del 24%. Altro motivo, il ritado con cui è partita la nuova programmazione, fatto questo che potrebbe far slittare anche l'avvio della prossima (2021-2027). La Mlinar soddisfatta anche per quanto rifuarda la quota assegnata alla Slovenia nel cosiddetto Green Deal, il Fondo per una transizione equa che dovrebbe contribuire a facilitare nei prossimi anni il percorso verso la neutralità climatica entro il 2050. Allla Slovenia andranno 92 milioni di euro. (ld)