Festa Nazionale oggi in Slovenia. Il 27 aprile è la "Giornata dell'Insurrezione o della resistenza contro l'occupatore". Fino all'indipendenza raggiunta nel 1991, questo giorno veniva definito "Giorno del Fronte di Liberazione", movimento costituito nel 1941, cui aderirono le principali forze politiche di allora. Cerimonie in tono minore, per il secondo anno consecutivo, a causa delle restrizioni imposte dall'emergenza Covid. Quella centrale nel pomeriggio a Mala Gora, presso Ribnica. Oratore solenne il vicepremier e ministro dell'economia, Zdravko Počivalšek, presenti alla cerimonia i presidenti della repubblica Borut Pahor e del governo Janez Janša.

"La resistenza del popolo sloveno è stata in realtà sempre un importante pilastro della sua identità", ha detto Počivalšek. "Quando la lingua, la cultura e lo stile di vita sono stati minacciati si è riusciti a difenderli". Poćivalšek si è detto convinto che se si vuole ripetere le gesta di quanti hanno saputo farlo in passato questo è veramente l'ultimo momento utile di unire le forze per la ripresa in tutti i sensi, da quella economica a quella sociale. Si è appellato al senso di unità, a dedicare la massima attenzione a quanto unisce, non a ciò che divide e che oggi non è più essenziale. "È necessario creare un ampio fronte di sviluppo per garantire questa ripresa, prendendo esempio da quanti in passato nei momenti chiave sono stati capaci di fare le mosse giuste per il popolo sloveno", ancora Počivalšek.

In mattinata Il presidente Pahor si è rivolto ai cittadini dal palazzo presidenziale. Ha lanciato un appello alla convivenza e al rispetto reciproco. “Sono di più le cose che ci uniscono rispetto a quelle che ci dividono”, ha sottolineato. “Si può vivere nello spirito della convivenza pur con visioni diverse sul passato. La cosa più importante è ascoltare e saper ascoltare, prendendo in considerazione quanto si sente, rispettandosi a vicenda. È fondamentale per il futuro della nostra comunità che tutti possano esprimere la loro posizione. Tutti hanno questo diritto che non può venir limitato, nemmeno quando riguarda situazioni di cui siamo oggi testimoni”, ha detto Pahor. “In una cultura politica democratica siamo chiamati a individuare caratteristiche e cose comuni che tra diversi punti di vista riescono a unire”.

Il presidente dell'associazione dei combattenti per i valori della guerra di liberazione, Marijan Križman, nella cerimonia in videoconferenza alla vigilia del 27 aprile, ha sottolineato che è nuovamente il tempo di ribadire i valori del Fronte di Liberazione, che deve unire tutte le persone che non sono insensibili a dove sta andando il mondo e a dove ci stanno portando i governanti. "Dobbiamo opporci alla riduzione dei diritti fondamentali sanciti dalla costituzione", ha detto Križman. Quale motto per l'80.esimo del 27 aprile, l'associazione dei combattenti per i valori della guerra di liberazione ha scelto "resistenza, vittoria, libertà”. Križman ha invitato a vivere queste giornate festive, incluso il Primo Maggio, rivolgendo un pensiero a quanti ci hanno preceduto, a quanti hanno dato la vita per la libertà, insegandoci a rispettare i valori umani universali, in modo da trasmetterli alle future generazioni.

E il presidente della Camera di Stato, Igor Zorčič, nel messaggio per la ricorrenza evidenzia che "oggi ci troviamo di fronte altre sfide rispetto a 80 anni fa; per prendere le decisioni giuste è importante rendersi conto del legame incondizionato con i valori fondamentali della società democratica. Questa giornata", così ancora Zorčič, "è l'occasione per ricordare nuovamente tutto questo. Il 27 aprile porta a ricordare il coraggio e la decisione che hanno segnato in maniera determinante la storia moderna slovena, con un forte messaggio storico", rileva ancora il presidente del Parlamento.

Delio Dessardo

Foto: MMC RTV SLO/BoBo
Foto: MMC RTV SLO/BoBo