A seguito della solenne dichiarazione d'indipendenza della Slovenia, il governo jugoslavo voleva continuare a "garantire l’unità della Repubblica Federale Jugoslava". La nuova leadership slovena, però, resistette e le unità della Difesa Territoriale e della Polizia si scontrarono con l'esercito jugoslavo. Il decimo giorno di guerra, tuttavia, fu raggiunto un accordo sul cessate il fuoco e sul congelamento delle attività indipendentiste per tre mesi. Le autorità jugoslave però si resero conto che non sarebbe stato più possibile mantenere la Slovenia nella Repubblica Federale Jugoslava. L'Armata popolare jugoslava ha quindi iniziato ad abbandonare il Paese e l'ultimo soldato jugoslavo ha lasciato la Slovenia alle ore 23:45 del 25 ottobre, partendo proprio dal Porto di Capodistria.
La presidente della Repubblica, Nataša Pirc Musar, in occasione della Giornata della Sovranità, ha sottolineato che il mantenimento della libertà, conquistata con tanta difficoltà, è fondamentale per tutelare l'identità nazionale, la pace e la prosperità. Urška Klakočar Zupančič, a capo della Camera di Stato, ha invece dichiarato che con l'uscita dell'esercito jugoslavo dal territorio sloveno si concluse un processo durato decenni, guidato dal desiderio di uno Stato indipendente.
La cerimonia principale per la Giornata della Sovranità si terrà intanto questa sera a San Pietro, nei pressi di Nova Gorica, dove è previsto un discorso del primo ministro Robert Golob.
Suggerimenti
Nessun risultato trovato.
Risultati della ricerca
Risultati della ricerca
Risultati della ricerca
Risultati della ricerca
Risultati della ricerca
Risultati della ricerca
Risultati della ricerca
Risultati della ricerca