Il Ministro della Pubblica Amministrazione Boštjan Koritnik ha ricordato che dal 10 febbraio l’applicazione #Ostanizdrav è entrata nel sistema europeo diventando quindi uno strumento ancora più efficace di prevenzione, permettendo un controllo unitario dei dati. Per ora questa nuova modalità sarà valida per ora in 12 paesi europei, tra i quali l’Italia, la Croazia e l’Austria dove ha sottolineato Koritnik viene garantita la totale privacy dei dati raccolti. A fine gennaio 371 mila persone hanno scaricato quest’applicazione nel paese e l’augurio è che sempre più cittadini si uniscano a loro.
La sottosegretaria di Stato presso il Ministero della Salute Marija Magajne ha detto che la situazione, nonostante stia migliorando resta delicata, per la presenza delle mutazioni del virus che rappresentano un campanello d’allarme, e per difendersi dalle quali è importante continuare a rispettare le misure igieniche e di prevenzione che ormai tutti noi conosciamo.
Importante secondo l’Istituto di sanità sloveno è continuare a testare il più alto numero di persone al fine di riuscire a prevenire la diffusione del virus e per questo si sta cercando di migliorare l’organizzazione dei test rapidi su tutto il territorio. Da domani coloro che risulteranno positivi al test rapido saranno automaticamente reinderizzati a quello PCR; mentre coloro che possono dimostrare di aver contratto il virus in un arco di tempo che va da 21 giorni a sei mesi precedenti e i vaccinati saranno esclusi dall’obbligo di test quando richiesto.
Per la prima volta a parlare della pandemia in uno dei paesi confinanti è stato invitato un rappresentate di una delle minoranze slovene di oltre confine. Benjamin Wakounig, presidente dell'Associazione economica slovena della Carinzia austriaca ha raccontato le difficoltà che in questi mesi hanno vissuto le popolazioni di confine e le comunità nazionali che vivono fuori dalla Slovenia a causa delle chiusure temporanee del confine sia da parte della propria nazione di residenza sia da parte di quella considerata madre. "I transfrontalieri sono quelli che hanno avuto più problemi in questi mesi e per questo si è lavorato per far sì che non debbano essere sottoposti alle misure di quarantena richieste dalle misure in vigore”, ha detto Wakounig, sottolineando l’importanza che gli stati dialoghini tra loro.
Barbara Costamagna