A dispetto dell'innalzamento della temperatura, nel fine settimana appena trascorso il centro di Lubiana e le sue zone verdi sono risultati poco frequentati, con le persone generalmente attente a mantenere le distanze. In realtà, da più parti, si segnalano comportamenti poco appropriati al regime di quarantena.
Non c'è solo il malcontento degli abitanti di località turistiche o rurali per l'arrivo di persone provenienti da altre regioni. Dai referti pubblicati sul sito della Polizia si evince che ci sono stati circa 80 incidenti stradali, con un morto e diversi feriti. Ciò indica che in molti si sono riversati sulle strade.
Inoltre, gli ospedali hanno riscontrato tanti infortuni legati a una serie di attività fisiche all'aria aperta e agli sport adrenalinici. Si tratta di attività che comportano una certa probabilità di infortunarsi, come rafting, kayak, parapendio, deltaplano, arrampicata, ma in fondo anche BMX e mountain bike. Attività evidentemente non irrinunciabili.
I medici sottolineano che si tratta di una quarantena e non di una vacanza, queste attività vanno evitate perché bisogna limitare l'afflusso negli ospedali, che adottano una serie di precauzioni: anche se asintomatico, ciascun paziente viene trattato come un potenziale individuo infetto. Va tutelata la salute di tutti, ma soprattutto del personale medico e sanitario: in questa delicata fase storica, si tratta di una componente particolarmente esposta al contagio che riveste un ruolo fondamentale per la salute e la sopravvivenza di tutti.
L'inasprimento delle regole pare quindi una logica conseguenza della carenza di buonsenso riscontrata in Slovenia nelle scorse ore.
Antonio Saccone