“Vista la situazione, la nostra unica possibilità era cercare di mantenere vivo il progetto utilizzando gli strumenti che ci da a disposizione la rete”, ci spiega Vesna Humar la coordinatrice del progetto GO 2025 (la candidatura congiunta di Nova Gorica e Gorizia come capitale europea della cultura 2025) .
“Ci siamo presi qualche giorno di tempo per trovare nuove soluzioni”, prosegue, “anche se in realtà abbiamo iniziato già a fare qualcosa agli inizi di marzo, quando si era già tenuta la prima scrematura delle città selezionate per la Capitale europea della cultura, e subito dopo abbiamo preso parte al primo flashmob organizzato nell’Italia in quarantena, facendo suonare una violinista dalla finestra del nostro ufficio che si trova proprio in piazza Transalpina (la piazza di Gorizia divisa a metà tra Slovenia e Italia), che in questi giorni è diventata, nostro malgrado, il simbolo della sofferenza dei goriziani per il ripristino del confine anche in città”.
“Il lavoro è proseguito in queste settimane”, racconta la Humar, “proponendo on line corsi gratuiti di italiano per sloveni e sloveno per italiani. Abbiamo avuto un grandissimo riscontro, con più di 500 persone che hanno seguito la prima lezione, a dimostrazione del grande desiderio, che esiste tra la popolazione del nostro territorio, di sviluppare un bilinguismo almeno passivo; e quest’aspetto è una parte molto importante nella nostra candidatura”.
Da questa settimana si aggiunge un bar virtuale: “Il primo appuntamento è stato lo scorso mercoledì con una chiacchierata che abbiamo fatto con sindaci di Gorizia e Nova Gorica. Si tratta semplicemente di far incontrare personaggi più o meno illustri provenienti dal goriziano ma non solo, che bevono ognuno un caffè a casa propria e dialogano, rispettando così tutte le norme di sicurezza in vigore”.
“Cerchiamo in pratica”, conclude Vesna Humar, “di riproporre in virtuale quella bella abitudine di bere un caffè al bar e fare una bella chiacchiera con un amico. Un’abitudine che manca proprio tanto a tutti noi, da una o dall’altra parte della piazza Transalpina o Trg Evrope”.
Barbara Costamagna