Commissione europea preoccupata per determinate carenze nel rispetto dello stato di diritto in Slovenia. Mancano fonti finanziarie e materiale umano per una serie di organismi indipendenti, come la commissione anticorruzione e l'Agenzia per la rete delle comunicazioni e dei servizi e per le minacce sul web rivolte ai giornalisti. "Il primo rapporto annuale riguardante tutti i paesi dell'Unione Europea si pone come obiettivo", parole della presidente della commissione, Ursula von der Leyen, "di fungere da strumento preventivo, per individuare le sfide e trovare soluzioni; si tiene conto in primo luogo del sistema giudiziario, del quadro nazionale nella lotta alla corruzione e del pluralismo e libertà dei media". Le prime reazioni in Slovenia. Per il Ministero degli Esteri, il rapporto è relativamente favorevole e si attende che ora segua un vivace dibattito pubblico e all'interno delle istituzioni comunitarie. Per il Ministro della Giustizia, Lilijana Kozlovič, il rapporto è stato preparato in maniera molto corretta per quanto riguarda concretamente il comparto della giustizia in Slovenia. Adesso, così il Capo dicastero Giustizia, seguirà un dialogo sostanziale, attraverso il quale i paesi dell'UE potranno discutere dei contenuti del documento. La giustizia in Slovenia è in buone condizioni; la commissione ha valutato positivamente l'utilizzo della tecnologia informatica, il funzionamento del consiglio giudiziario e della Corte suprema. Sono soprattutto Ungheria e Polonia, da tempo oggetto di critiche e moniti dell'UE per le politiche dei rispettivi governi, a venir poste sotto la lente di ingrandimento nel rapporto, per le denunce di attacchi all'indipendenza della giustizia e alla libertà dei media, denunce che Budapest e Varsavia respingono. L'Ungheria ha definito il rapporto assurdo e privo di fondamento.
Delio Dessardo