Il ministro degli esteri Anže Logar, sotto il tiro dell'opposizione per la missiva al Consiglio d'Europa sul peccato comunista della stampa slovena, respinge le accuse di fronte ai comitati esteri e cultura del parlamento riuniti in seduta congiunta.
Che cosa c’è di falso nel testo incriminato? - si è chiesto il Capo diplomazia aggiungendo che la missiva che ha mandato su tutte le furie le opposizioni, l'Associazione dei giornalisti e in particolare RTV Slovenia e l'agenzia stampa STA, non è la risposta del governo alle denunce del mancato rispetto della libertà di stampa pervenute a Strasburgo. "Non esiste una missiva Logar - ha ribadito - perché è stata compilata a sua insaputa, mentre il governo non ha affatto reagito alle osservazioni sintetizzate dalla commissaria del Consiglio d'Europa per i diritti umani Dunja Mijatović".
Se vi sarà una reazione ufficiale - ha detto ancora Logar - verrà stesa dall'Ukom, l'Ufficio governativo per la comunicazione, dunque lo stesso organismo il cui neodirettore Uroš Urbanija si è assunto la paternità della controversa lettera nella quale si può leggere che la maggior parte della sfera mediatica slovena è espressione del passato regime comunista. A differenza dei tre partner dell'SDS nella coalizione di governo, soprattutto SMC e Desus, che si sono distanziati dalla missiva, dubbi sono stati espressi anche da Nuova Slovenia, ideologicamente più vicina all'SDS, Logar ne ha difeso in pieno il contenuto dopodiché ha abbandonato la riunione, tra l'indignazione di alcuni esponenti dell'opposizione. Il presidente del Comitato esteri, Matjaž Nemec, dei Democratici sociali, ha detto che si tratta di comportamento irresponsabile del governo che sta compromettendo il prestigio della Slovenia e che all'ombra del coronavirus il premier Janša continua nella sua resa dei conti con i mezzi di informazione.
Boris Mitar