Nella settimana del "Lubiana LGBT film festival", la Capitale slovena ospita un'interessante conferenza internazionale incentrata su inclusione sociale, bullismo, giovani e scuola. All'evento, organizzato dall'associazione LEGEBITRA, partecipa un'ampia gamma di istituzioni, slovene e non, attive in diversi settori.
Particolarmente interessante la parte di programma dedicata allo scambio di buone prassi. Tra gli oratori, c'è anche Ana Zupančič dell'associazione slovena DIH: "Il progetto che abbiamo presentato si basa su attività informative per gli studenti e per le persone che lavorano in università in Slovenia: vogliamo sensibilizzare tutti per rendere le università più inclusive, riducendo discriminazione e violenza verso le persone LGBT. Il progetto è nato nel 2011 e ci lavoriamo ogni anno, sia a Lubiana, che a Capodistria e Maribor. Di solito, siamo benvenuti nelle università, forse non da tutte le facoltà, ma dagli studenti direi di sì: è interessante vedere che alcuni di loro non sanno molto dei temi LGBT, per cui è importante essere presenti e informarli, così che possono reagire a comportamenti discriminatori".
Credi che gli studenti che appartengono alle minoranze di genere possono frequentare le università slovene e concludere gli studi senza problemi?
"Dipende - chiosa l'attivista - le persone che hanno più difficoltà sono le persone trans, che, di solito, in questo periodo storico, non sembrano sempre ben accettate. Durante il periodo universitario iniziano a comunicare la loro identità di genere, per cui credo che sia una fase delicata".
Nel recente passato a Lubiana ci sono stati una serie di attacchi verso istituzioni legate agli ambienti LGBT. E' un clima che ti preoccupa?
"Un po' mi preoccupa - risponde Ana Zupančič - ci sono stati vari attacchi nell'ultimo anno, mentre nei cinque anni precedenti non è successo niente. Credo sia colpa di una certa politica di destra, se così posso dire, che attacca non solo le persone LGBT ma anche altre minoranze".
Antonio Saccone