Una sessione straordinaria fiume per approvare il settimo maxi pacchetto di provvedimenti anticovid illustrati dal ministro per le finanze Andrej Šircelj. Con la legge di intervento si vanno a prorogare tutta una serie di misure come la cassa integrazione e la copertura dei costi fissi delle aziende che hanno registrato un netto calo del fatturato rispetto allo scorso anno. Aiuti unatantum anche per studenti, pensionati e famiglie in difficoltà. Šircelj ha sottolineato che sono tutte misure volte a migliorare lo status sociale dei cittadini, a preservare i posti di lavoro e sostenere la ripresa economica.
E' passata la contestata proposta sul pensionamento obbligato, a discrezione del datore di lavoro, per i dipendenti che maturano tutte le condizioni. L'emendamento era stato bocciato dal Comitato finanze ma nuovamente proposto in aula dal partito democratico e Nuova Slovenia. Non è passato invece l'emendamento presentato sempre da democratici e Nuova Slovenia secondo il quale a chi viola le disposizioni anticovid del Governo non vengono concesse le sovvenzioni, contraria l'opposizione e il partito del centro moderno per i quali il provvedimento era iniquo e discriminatorio. Nel caso la persona che percepiva la cassa integrazione fosse stata trovata sprovvista di mascherina perdeva l'aiuto statale.
L' SMC tramite il capogruppo Janja Sluga ha poi presentato un emendamento in favore dell'agenzia di stampa nazionale, la STA, che entro 7 giorni dall'entrata in vigore della legge vengano corrisposti tutti gli arretrati e che l'Ufficio di comunicazione del Governo continui a finanziare l'agenzia. L'opposizione ha duramente attaccato il Governo e il premier Janša che avrebbe tagliato i fondi perchè il media non è in linea con la sua politica. Non si è fatta attendere la reazione di Janša che su twitter ha commentato "che dire, è il massimo dello stato di diritto, #Zimbabwe" L'emendamento ha comunque ottenuto i voti necessari. L'opposizione, che alla fine ha votato contro il pacchetto, ha inoltre duramente criticato la proposta, poi passata, di concedere un reddito di cittadinanza pari a 700 euro mensili per gli ultimi tre mesi anche ai sacerdoti tralasciando le categorie che ne hanno più bisogno. (ld)