Le due normative fanno parte dei documenti del bilancio approvati dal parlamento in precedenza e rivotati, dopo i veti sospensivi del Consiglio di Stato. Si tratta della legge sull'esecuzione dei bilanci 2020-/2021, nella parte che stabilisce l'ammontare della quota forfettaria per il finanziamento dei Comuni, e quella di intervento che limita la crescita dei salari nel pubblico impiego e prevede un aumento straordinario lineare delle pensioni. La prima legge renderà esecutivo il bilancio a partire dal primo di gennaio mentre la seconda normativa, in base all’accordo raggiunto con i sindacati, limita l’aumento della spesa nel settore delle retribuzioni dei dipendenti pubblici, in base a quanto stabilito dall’accordo di coalizione viene inoltre previsto un adeguamento straordinario delle pensioni. Per quanto riguarda il finanziamento delle municipalità, questa aumenterà per i comuni per 30 milioni di euro in più rispetto al 2019, lo ha spiegato il Ministro delle finanze Andrej Bertoncelj, aggiungendo che i comuni sloveni non sono assolutamente in crisi in quanto dispongono di un surplus pari a 100 milioni di euro nei primi dieci mesi di quest’anno. Dopo la prima bocciatura le leggi d’intervento sono passate con 48 voti a favore e 39 contrari, il sì è arrivato dalle file del Partito Alenka Bratušek, Lista Marjan Šarec, Sd, Partito del Centro Moderno e dal Desus. A favore pure il partito nazionale e i deputati delle minoranze, italiana e ungherese. Contrari invece la Sinistra, il Partito Democratico e Nuova Slovenia. Non si è trattato di disciplinare i deputati quanto di prendere una decisone saggia, ha commentato il premier Šarec, ammettendo che vi sono state delle tensioni all’interno della coalizione, soprattutto con il Partito Desus, poi risolte grazie all’accordo raggiunto sulle armonizzazioni nominali delle pensioni.
Dionizij Botter