Dubbiosi dei chiarimenti e delle argomentazioni presentate dalla direttrice delle aziende, Rosana Šuštar e il suo legale, i tutori dei lavoratori chiedono alle organizzazioni dei datori di lavoro se il costante monitoraggio mediante telecamere sia una pratica accettabile, se hanno intenzione di condannare i metodi e prenderne pubblicamente le distanze. Ci si chiede se veramente il processo non possa venir organizzato in modo che le persone non decidano di licenziarsi dopo pochi mesi, visto che c'è una "grande fluttuazione" di organico, come l'ha definita la stessa direttrice. Al Centro di consulenza dei lavoratori chiedono se sia accettabile che i lavoratori vengano sistemati in alloggi come quelli menzionati (gli undici dipendenti indiani, in mancanza di un'altra sistemazione, hanno passato qualche notte nello stesso stabilimento, visto che l'alloggio a San Sergio non è ancora munito di corrente elettrica. A causa del linciaggio mediatico e social, così la Šuštar, sarebbe saltata una sistemazione temporanea a Isola).
I quesiti sono stati inviati all'Associazione dei datori di lavoro, alle Camere di commercio, alla Camera dell'artigianato e dell'imprenditoria e all'Associazione dei datori di lavoro dell'artigianato e degli imprenditori della Slovenia. A spronarli a interpellare le organizzazioni nazionali è, si legge nella missiva, proprio la conferenza stampa indetta giovedì dai titolari. Il primo riscontro giunge dalla Camera di Commercio della Slovenia, che prende le distanze da qualsiasi azione poco etica e irresponsabile dei datori di lavoro, aspettandosi "una gestione superiore agli standard delle proprie risorse umane" da parte di tutti i datori di lavoro. "I dipendenti sono una risorsa preziosa e il più grande patrimonio di qualsiasi azienda. Pertanto, alla Camera di Commercio ci aspettiamo che i datori di lavoro rispettino e garantiscano standard e criteri più elevati di tutela e sicurezza dei propri dipendenti, anche superiori al diritto del lavoro" ha detto il direttore Aleš Cantarutti, sottolineando che i diritti di questi non sono legati alla nazionalità.
Maja Cergol