La Slovenia, come altri paesi dell'Unione Europea, ha difficoltà' nell'attingere dai mezzi a fondo perduto del Recovery Fund, il meccanismo creato per la ripresa e la resilienza volto ad alleviare le conseguenze della pandemia di Covid 19. La scorsa settimana il governo ha preparato le direttrici base per l'adeguamento del piano. Il motivo principale è rappresentato dal fatto che l'ammontare complessivo delle sovvenzioni è sceso da 1,78 miliardi a poco meno di 1,5 miliardi di euro rispetto a quanto stabilito nel 2021, quale conseguenza di un migliore andamento economico. I ministeri interessati sono stati quindi costretti a tagliare quasi 300 milioni di euro; va inoltre considerata l'erosione dei fondi a causa dell'inflazione e di altri problemi oggettivi; inoltre, non è stato possibile concretizzare alcuni investimenti per mancanza di permessi e autorizzazioni. Tutti gli investimenti e le riforme con i fondi europei devono essere completati entro la metà del 2026, vale a dire in poco più di tre anni. Il governo è stato pertanto costretto ad accantonare i progetti che sarebbero stati completati dopo quel termine, per altri invece sono stati effettuati tagli al valore degli appalti. Per la ristrutturazione sostenibile degli edifici, ad esempio, saranno disponibili 66 milioni di euro, 20 in meno di quanto preventivato. Tagli anche ai finanziamenti per interventi volti a ridurre i rischi di inondazioni, nella digitalizzazione delle infrastrutture ferroviarie e stradali, nel cofinanziamento di progetti di ricerca e innovazione e per l'aumento dell'efficienza energetica nell'economia. Non si tratta di stabilire se un progetto è prioritario o meno per il paese, bensì se la sua realizzazione è compatibile con i tempi a disposizione, ha spiegato Josip Mihalic, responsabile dell'ufficio ripresa e resilienza al Ministero delle Finanze. Le condizioni per attingere dai mezzi del Recovery Fund sono molto rigide; in particolare vanno raggiunti traguardi e obiettivi nell'area delle riforme, con l'adozione di adeguate leggi, in quanto la Commissione europea ha stabilito regole ben precise.
Delio Dessardo