Bilancio dello stato con un deficit di poco inferiore a 1,4 miliardi di euro nel 2022 in Slovenia. Lo dicono i dati preliminari del Ministero delle Finanze. Lo scorso anno le entrate hanno fruttato 12,3 miliardi di euro, il 10,5 percento in più rispetto all'anno precedente, uscite per 13,7 miliardi, in questo caso c’è stata una flessione del 3,8 percento. L'ammontare più basso delle spese di bilancio pianificate, il deficit previsto era di circa due miliardi, è da attribuire al risparmio registrato con i fondi già riservati per i provvedimenti destinati a fronteggiare la pandemia di Covid 19 e successivamente per il caro energia. Altri risparmi, anche se in forma minore per le spese inferiori sul fronte investimenti. Nel 2021, lo ricordiamo il disavanzo era stato di circa 3,1 miliardi di euro; quindi, lo scorso anno è più che dimezzato. Ad incrementare le entrate di bilancio lo scorso anno sono state in particolare quelle garantite dall'IVA, l'imposta sul valore aggiunto, oltre 4,7 miliardi di euro, l'11,7 in più dell'anno precedente. Ciò grazie alla riapertura dei mercati e ai maggiori consumi, dopo le chiusure e le restrizioni in regime Covid, ma anche come conseguenza della crescita dell'inflazione. In sensibile crescita pure gli introiti alla voce imposta sul reddito. Sostanzialmente stabili quelli garantiti dalle accise, in questo caso hanno influito parecchio i tagli alle accise stesse decisi dal governo per contenere i prezzi dei carburanti. Per il Consiglio fiscale, organismo che controlla la gestione della politica di finanza pubblica dello stato, verificando l'attuazione delle norme stabilite dall'Unione Europea con il patto di stabilità e crescita, i circa 649 milioni di euro in meno alla voce uscite rispetto a quanto previsto dalla manovra di assestamento, conferma le valutazioni secondo cui i bilanci continuano ad essere pianificati in maniera inadeguata, il che crea spazi di manovra anche per utilizzi non giustificati.
Delio Dessardo