Vesna Kerstin Petrič, responsabile del servizio per la cooperazione con l'Oms presso il ministero della Salute sloveno, in questa giornata nella quale si ricorda l’individuazione del primo caso in Europa di Covid-19, ha dichiarato che la pandemia ha causato una grave crisi sanitaria e quasi sette milioni di morti in tutto il mondo. Inoltre, secondo lei, avrebbe fatto emergere il fatto che il regolamento relativo alla gestione del settore sanitario a livello mondiale stilato nel 2005 non concederebbe abbastanza competenze all'OMS e sarebbe carente per quanto riguarda la definizione dei processi volti a fronteggiare eventi di questo tipo.
La pandemia avrebbe anche fatto emergere che a livello globale le norme sanitarie non sono attuate come si dovrebbe e la presenza di profonde disuguaglianze tra i paesi del mondo per quanto riguarda la prevenzione e la cura. Ci sarebbero carenze da colmare anche per quanto concerne la condivisione dei dati tra gli stati, sia relative agli agenti patogeni sia a vaccinazioni e cure, che dovrebbero essere sviluppate globalmente.
Pertanto, in una sessione straordinaria tenutasi nel mese di dicembre, l'OMS ha deciso di adottare globalmente un nuovo strumento internazionale; forse sotto forma di trattato o una convenzione che sarà vincolante per gli Stati membri. Il primo rapporto della delegazione negoziale, della quale faranno parte anche rappresentanti della Slovenia, sarà presentata alla settantasettesima riunione dell'OMS a maggio e i negoziati inizieranno nel vero senso della parola nel mese di giugno. Il nuovo strumento dovrebbe, quindi, essere adottato il prossimo anno.
Il ministro della Salute Danijel Bešič Loredan ha sottolineato che nessuna organizzazione non può costringere la Slovenia a introdurre la vaccinazione obbligatoria per qualsiasi malattia che si presenta come un'epidemia.
Barbara Costamagna