Niente ingresso per i natanti senza immatricolazione in Slovenia, almeno per quest’anno. Le regole sono chiare. In Slovenia le imbarcazioni devono essere immatricolate, in Italia quelle sotto i 10 metri non ne hanno bisogno, ma non possono lasciare le loro acque territoriali. Venire in Slovenia ed anche in Croazia è però è sempre stato possibile. Anni fa fu la Francia a bloccare l’ingresso dei natanti, ma poi fu trovata una intesa. A quanto pare qualcosa si sta muovendo anche con la Slovenia. Forse si farà in tempo per il prossimo anno. Al momento però le autorità slovene applicano la normativa vigente.
Sino al 15 luglio gli uomini della Capitaneria di porto si sono limitati a segnalare l’infrazione e a rimandare i natanti nelle loro acque territoriali, dopo questa data era stato annunciato che sarebbero scattate le multe. Gli italiani, però, a quanto pare stanno rispettando le regole e nelle ultime settimane si sono registrate soltanto due o tre infrazioni, che si sono concluse con l’ennesimo avvertimento e senza che fosse elevata alcuna sanzione pecuniaria.
A determinare la stretta ed i controlli è stato - dicono a Capodistria - l’incendio avvenuto lo scorso anno di un natante italiano davanti ad Isola. Niente copertura assicurativa e il proprietario dell’imbarcazione per ora se l’è cavata con una multa per l’inquinamento causato, poi non si sarebbe più fatto sentire. Così delle costose operazioni di soccorso, recupero e stoccaggio per ora ha dovuto farsi carico il contribuente sloveno.
Intanto l’anno prossimo potrebbe essere introdotto un bollino vero e proprio per le imbarcazioni che entrano in Slovenia, un modello già applicato in Croazia. Da anni è prevista una tassa annuale di una quarantina di euro per una imbarcazione di circa 10 metri, ma viene pagata praticamente solo da chi sosta nelle marine o si reca appositamente nelle capitanerie di porto per farlo.
Stefano Lusa